Quasi tutti sanno che il Primo Maggio è
la festa che ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla
conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano, fissato in
otto ore (in Italia con il RDL n. 692/1923).
Per celebrarlo, degnamente, stamattina
Raitre ha messo in onda “I compagni” di Mario Monicelli, del 1963.
Un film drammaticamente bello e
coinvolgente che guarda direttamente alle radici sociali e politiche di una
solidarietà collettiva e che disegna uno splendido affresco storico-sociale
dell’Italia di fine Ottocento e del mondo operaio in particolare.
Netto il contrasto fra la condizione di
assoluto privilegio delle classi padronali e dei ricchi garantiti e, in un
chiaroscuro efficace e sintetico, quella dei lavoratori in sciopero, fra mille
dubbi, timori e smarrimento,
Miseria, sfruttamento, fame e povertà, in
una Torino nebbiosa e grigia, avvolta nel freddo pungente e delimitata da
cumuli di neve e fango dappertutto, raccontano una storia corale e cruda, dove
l’atmosfera dei luoghi si unisce al respiro affannoso di famiglie povere che
mangiano la zuppa della caserma, e di una collettività indifesa, priva di
diritti e quasi tutta analfabeta, che prova a unirsi in gruppo per non morire
di quattordici ore di lavoro.
Una vicenda che fa emergere le condizioni
in cui versava il proletariato dell’epoca - ben rappresentato dai vari
personaggi e, pur con qualche eccesso caricaturale, dalla figura del silenzioso
operaio siciliano.
Raffaella Carrà |
Straordinario tutto il cast di attori
noti e meno noti, sorprendentemente credibili, come un superbo Mastroianni,
scalcinato intellettuale, disposto a qualsiasi rinuncia pur di diffondere tra i
lavoratori lo spirito e la consapevolezza di classe e far conoscere così anche
in Italia il concetto marxista di lotta proletaria. Rappresenta il volto
politico della protesta, la guida ideologica di una comunità sociale, ancora
orfana di leader e partiti, che non può più sopportare il cieco e intollerabile
sfruttamento padronale.
“I compagni” di Monicelli sono un
prezioso esempio di cinema verità che non lascia campo alla retorica, ma
propone con realismo, vividezza e ironia un intenso capitolo di storia.
È un film che insegna, che commuove, che
diverte e fa riflettere nella sua incredibile attualità.
1 maggio 2018
(Alfredo Laurano)
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