Kim
Jong-Un: "Cancelleremo gli Usa".
Trump:
"Non sa cosa rischia".
Russia:
"Rischio conflitto"
Tokyo
schiera missili
Borse in calo, sale l’oro
Tra minacce, paure e ultimatum i toni
dello scontro tra Usa e Nord Corea si fanno sempre più aspri. Sale la tensione
internazionale, sull’ipotesi di un'azione militare nordcoreana dimostrativa nei
confronti della base americana di Guam.
Il pazzo Kim e l’idiota Trump stanno
portando il mondo verso l’ipotesi di una catastrofe, come se fosse tutto un
gioco, un wargame, una prova di forza tra irresponsabili.
Dopo le nuove minacce del presidente Usa, Pyongyang,
dichiara che le forze nordcoreane "cancelleranno
dalla faccia della terra senza alcuna pietà i provocatori americani che fanno
tentativi disperati di soffocare il Paese socialista, aggiungendo che "gli
Usa soffriranno una vergognosa sconfitta e un destino tragico e definitivo se
persisteranno nelle loro avventure militari, sanzioni e pressioni contro il
regime di Kim Jong-un”.
Preoccupata la Russia, che ha deciso di
rafforzare i sistemi anti-aerei a Est perché il rischio di un conflitto
militare è molto alto.
Anche la Germania e la Cina invitano alla
prudenza, perché "Tutte le parti
dovrebbero fare di più per allentare le tensioni e evitando di prendere
iniziative sulla dimostrazione di forza".
Fuoco e fiamme incombono quindi sul
vicino, prossimo ferragosto, anche se la guerra, per ora, è condotta solo con proclami,
armi retoriche e verbali: i folli contendenti fanno a gara a chi la spara più
grossa.
Nel frattempo, come se tutto ciò non
bastasse, anche Maduro dal Venezuela sfida il biondo americano, denunciando di essere
vittima di attacchi da ogni direzione: l'opposizione
che promuove "violenza fascista", i paesi della regione, che
"vogliono imporci un blocco", gli Usa, che finanziano
"terroristi paramilitari" e la "borghesia parassitaria",
vera responsabile a suo avviso della acuta crisi economica del paese.
Anche in questo caso, Trump non esclude
l'opzione militare.
Buon ferragosto ardente a tutto il mondo e
non solo sotto l’ombrellone.
(Alfredo Laurano)
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