L’Italia
continua a bruciare, non solo per l’afa e il caldo insopportabile – che nei prossimi
giorni dovrebbe attenuarsi – ma per gli incendi che devastano luoghi e territori,
ettari e ettari di bosco. Il patrimonio ambientale da nord a sud è sempre a
rischio, anche per la continua siccità.
Ancora incendi
dolosi in provincia di Palermo, in Ciociaria, in Calabria e in Campania, in Abruzzo.
Ancora fiamme
nella Capitale, in particolare, nel tratto urbano dell’A24, con gravi disagi
alla circolazione stradale, mentre continua l’inferno di fuoco con numerosi
focolai che si susseguono da tempo nella pineta di Castel Fusano, già duramente
colpita dai roghi nei giorni scorsi. Sono stati arrestati già quattro piromani.
Pattuglie dell'esercito
sono ora presenti all'interno della pineta per il controllo dell'area, con
polizia e carabinieri. I vigili del fuoco, impagabili, da settimane sotto
pressione, si sacrificano nella lotta contro il tempo per salvare alberi, case,
vite umane.
Come ieri: un
vasto incendio si è propagato nelle prime ore del pomeriggio tra Capena e
Morlupo, alle porte di Roma. Sono stati evacuati molti residenti, rimasti
bloccati nelle loro abitazioni, lambite dalle fiamme.
Nelle operazioni
di spegnimento sono stati coinvolti autobotti, elicotteri della Protezione Civile,
un canadair, squadre da terra e decine di volontari.
È sempre più evidente,
per come si propagano gli incendi - spesso con vari e più inneschi
contemporanei - e per la loro entità, che siamo di fronte a una strategia
criminale, oltre alla possibile emulazione a cascata e alle sindromi
patologiche di insano protagonismo.
Gli esperti ritengono
che dietro i roghi ci sia una regia che ha come obiettivo quello di seminare
panico e angoscia tra i cittadini: ci troviamo a che fare con dei veri e propri
terroristi che meritano pene certe e più severe rispetto alle attuali. “Dobbiamo mettere un freno a questa cultura
del terrore che, dai fatti, si sta diffondendo anche nei nostri territori”.
Infatti, non c’è
differenza tra chi mette una bomba in un locale o spara per le strade o
travolge inermi cittadini con un camion.
Chi appicca il
fuoco deve essere considerato come un vero e proprio terrorista
dell’ambiente che distrugge un bene collettivo, nonché uomini, cose e animali. E
va punito in modo esemplare. Perché i Comuni
o le Regioni non pensano a mettere una taglia?
“C’è chi usa la lupara e chi
l’accendino”, ha detto
giustamente il sindaco di Pastena, dopo il terzo incendio doloso in due giorni.
“È gentaglia che vuol rovinare il nostro
paese, che non porta rispetto per la bellezza della natura, che calpesta il
lavoro dei nostri antenati e che non serve a nessuno”.
Per
contrappasso, in analogia, direi, “damoje foco!”, per autocombustione.
(Alfredo Laurano)
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