Il favoloso mondo dei vip, dei ricchi ad
oltranza, degli imprenditori paraculi e fannulloni, dei parassiti di una certa
società dell’opulenza - per alcuni, mangiapane a tradimento - è spesso
infarcito di cazzari, senza fine e senza senso.
Il cinquantenne, tartarugato e
abbronzatissimo, Gianluca Vacchi, imprenditore e personaggio social - che a
quel mondo vi appartiene di diritto e a pieno titolo - non ha saldato un debito
verso Bpm di dieci milioni di euro e quindi ha subito un pignoramento di ville
e yacht.
Re della bella vita, del vivere
godereccio, al motto di quell’Enjoy che l’ha reso celebre sul web.
Una vera star di quella Rete che costruisce
bluff a dismisura e inventa caricature di animali umani d’ogni tipo e razza.
È molto seguito sui social network,
anche grazie alle foto e ai video che condivide e che lo immortalano mentre è
attorniato da super gnocche, in palestra, su aerei e yatch personali o in ambienti
di gran lusso ed esclusivi.
Ha più di 8 milioni di followers su
Instagram e oltre 1 milione e 300mila fan su Facebook.
Tatuato e palestrato, amico di molti calciatori
e modelle, l’esemplare Vacchi è diventato famoso, non tanto per la sua storia
di imprenditore, ma per la sua "dolce vita", che non manca, appunto,
di promuovere sui social, tra Cortina, Porto Cervo e Miami.
Come d’obbligo - ormai scrivono cani e
porci – l’anno scorso ha pubblicato con Mondadori la sua imperdibile biografia
dal titolo "Enjoy" (godere).
"Spingo chi mi segue a essere ironico, trasversale, a
togliersi le maschere, a ridere”: questo il
suo verbo, la sua profonda filosofia di vita, la sua sofferta scelta esistenziale,
la sua ricerca interiore che esorcizza le teorie del sacrificio e spinge alla
metafisica del piacere, di vaga memoria dannunziana.
Un altro falso eroe dei nostri tempi - creato
e coccolato dai media, patinato, imitato, seguito e inspiegabilmente ammirato
da un largo popolo di idioti inconsapevoli - che speriamo di vedere presto nell’oblio,
mentre attoniti ancora ci chiediamo il perché della sua ineluttabile presenza
in questo mondo.
(Alfredo Laurano)
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