Dopo il voto di
domenica e in attesa del ballottaggio Macron-Le Pen, mezza Francia e - adesso
che ne hanno sentito parecchio parlare - anche buona parte d’Italia e, forse,
di altri Paesi europei, più che della differenza di idee, di programmi e di
posizioni politiche dei due candidati alla presidenza, discutono della
differenza d’età fra il giovane Emmanuel, di “En marche”, di trentanove anni, e
la sua ancient compagna, Brigitte, di sessantaquattro, sposata dieci anni fa.
Da sempre, si dice
e si scrive che l'amore non ha età e non ha confini, ma ciò vale solo, o
soprattutto, quando un maschio adulto, maturo o anziano ha una relazione con
una femmina molto più giovane di lui. E si coglie, anzi, un certo
compiacimento, misto a orgoglio e ammirazione da parte di chi osserva e poi
sentenzia. Ricordate un certo Berlusconi?
Non è altrettanto
o del tutto vero, però, nel caso contrario.
Soprattutto, quando
si tratti di vip e personaggi popolari, si scatena il gossip e il
chiacchiericcio ipocrita e moralista, alimentato dai media e dal pregiudizio
popolare. Trionfa e si afferma impavida la sociologia del pettegolezzo.
Eppure, i 24 anni
di differenza tra Emmanuel Macron e sua moglie, Brigitte Trogneux - ex sua
insegnante al liceo, che per seguire il giovane marito nella sua avventura
politica ha lasciato due anni fa il suo lavoro - sono gli stessi che passano
fra Donald Trump (70) e la first lady Melania (46), attuali inquilini della
Casa Bianca americana!
Ma, chissà perché,
nel loro caso, la cosa pare non abbia suscitato lo stesso scalpore, nessuno si
è stupito, nessuno ha storto il naso o si è sconvolto per lo scandalo.
Ricordate, sempre, un certo Berlusconi?
La storia d'amore
alla francese, invece, sta facendo molto dibattere e criticare.
I due amanti
parigini si sono incontrati quando Emmanuel aveva 15 anni, frequentava la
scuola dove Brigitte, sposata e con tre figli, insegnava lingue. Ma non solo,
sedeva al banco nella stessa classe della figlia di Brigitte, sua futura
figliastra.
Fosse stato il
contrario avrebbero detto che l'uomo era un pedofilo.
Secondo alcuni,
secondo certa stampa e certi ambienti vicini alla politica, Macron avrebbe oggi
una doppia vita, sarebbe omosessuale e intratterrebbe una relazione parallela
con Mathieu Gallet - direttore di Radio France - e, senza un partito alle
spalle, sarebbe stato abilmente introdotto dalla moglie nel mondo della
finanza, guidato come un burattino e salvandone l'immagine.
Altri osservano
che le prof che molestano gli alunni quindicenni, di solito, finiscono in
galera, mentre in Francia c’è il rischio che la prof Brigitte, moglie-mamma di
Macron, diventi “première dame”.
Alla fine della
fiera del fariseismo, in fondo, in fondo, è solo una questione di becero
costume maschilista: un uomo vecchio, magari dominante, può stare con una donna
giovane, ma viceversa no, non è carino, non è normale. L'amore, anche se a
volte è incontrollabile, anarchico e imprevedibile, deve rispettare la
tradizione, una sana ritualità discriminante e i canoni convenzionali, in uso
al sentir comune. E, dunque, Lolita, si. Tardona piacente, donna chioccia o
donna geisha, no.
E, a proposito di
prorompente orgoglio sessista, non va ignorato in tal contesto, il fine e
nobile pensiero del sedicente, ingrifatissimo, marchese Fulvio Abbate che
scrive a Dagospia, per ribadire i diritti del suo straripante testosterone:
“Caro Dago, a me Brigitte fa sangue, ossia me la
scoperei con immensa gioia.
Nessun catto-fascio-femminismo comunista fermerà il
nostro laico desiderio di scopare con lei. I nostri desideri non si
toccano!” E aggiunge: “La reazione della bella gente non si è
fatta attendere: prevedibile e scontata. Dito ammonitore che mai conobbe vero
ditalino pronto a emergere dalle profondità del cielo. Senza tuttavia fermare
il mio "istinto desiderante".
A Roma si dice: mettece ‘na pezza, a Parigi, cara
Brigitte non saprei, ma, in caso di in caso di astinenza o di irrefrenabile
bisogno, puoi quindi contare sull'arrapatissimo borioso di Teledurruti, sempre
alla ricerca di qualche eccentrico momento di visibilità.
27 aprile 2017
(Alfredo Laurano)
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