La minaccia nucleare
arriva dalla Corea del Nord?
“Non creto, no, loro non hanno la bomba atomica per adoperarla,
ce l'hanno per difendersi".
Sic loquitur Antonio
Razzi, senatore della repubblica, per caso o per disgrazia, al ritorno da uno
dei suoi viaggi in quel Paese.
"La Corea del Nord è più democratica dell'Italia. Da
quando c'è il mio amico Kim, le persone sono precise quando si danno gli
appuntamenti e le strade sono pulite e non c’è criminalità. Mi ricorda la mia
Svizzera”.
E la mancanza di
libertà?
“Non creto che non ci siano diritti umani. Si può
tranquillamente uscire, andare dove uno vuole e i giocatori coreani vengono in
Italia. E poi non è quel regime cattivo che tutti pensano”.
Oggi, dopo il
recente incontro e i selfie con Assad in Siria, alla luce degli ultimi drammatici
avvenimenti, si propone come mediatore tra l'Italia (o il mondo) e la Corea del
Nord.
"Certo, io mi adopererei perché loro mi vogliono bene.
Io, Antonio
Razzi, vado a fermare i razzi.
Intraprendo questo viaggio con la
speranza di tranquillizzare la situazione e calmare le acque. Tranquillizzare
soprattutto gli americani, i giapponesi e i sudcoreani nel senso che la Corea
del Nord, mi ha sempre detto che loro non attaccheranno mai nessuno, a meno che
non vengano prima attaccati. Cominciamo a eliminare un po' di questo embargo
che li sta isolando da tutti. Dialoghiamo”.
Il saggio senatore
poi spiega che la proposta della sua mediazione è ovviamente nel migliore
interesse degli Stati Uniti e della pace nel mondo.
“A Donald (Trump) voglio dire che io sono per il dialogo perché
Dio ci ha dato la bocca per parlare e non ci ha dato le bombe da sganciare. E
allora, amico caro, io dico: se ci ha dato la bocca, parliamone”.
Quanta
ragionevolezza, quanta diplomazia, buon senso ed equilibrio in questo
bistrattato servitore della patria e della pace, pronto a farsi scudo umano e
al sacrificio. Solo lui può salvarci dall’ecatombe atomica.
Altro che Kissinger,
Cromwell, Cavour o Richelieu! Fatelo almeno ambasciatore!
Comunque,
non facciamo della facile ironia: era il Razzi vero, quello con scarpe grosse e
cervello fino, non quello che Crozza ha trasformato in mito!
18
aprile 2017 (Alfredo Laurano)
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