Sia per chi crede, che per chi no, sia con l’agnello
sacrificale sulla tavola che senza, è consolante e promettente festeggiare la
Pasqua di resurrezione, tradizionalmente festa di pace e di serenità, sapendo
che un "conflitto è possibile in
ogni momento", che “siamo pronti a una guerra nucleare", che “risponderemo
a un conflitto totale con un conflitto totale".
Nel mondo e in quell’area dell’Asia orientale sale forte la
tensione. Soffiano venti di guerra tra violenti, reciproche minacce.
Gli Stati Uniti sono pronti a sferrare un attacco contro le
ambizioni belliche di Pyongyang, accusata di avere un irresponsabile e destabilizzante programma nucleare.
Nello stesso momento in cui papa Francesco chiede di
fermare i signori della guerra e frenare l'escalation degli armamenti ("L'ho detto e lo ridico, la violenza
non è la cura") e parla di vergogna per le immagini di devastazione, Donald
Trump, novello roscio Stranamore, fa esplodere in Afghanistan, sordo e
assordante, l'ordigno dei record (Moab) e avvicina le sue navi lanciamissili
alla penisola nordcoreana.
Le forze armate di quel Paese guidato dal giovane pazzo Kim
Jong-Un, che ha un debole per l’atomica, minaccia un attacco preventivo contro
le basi militari americane in Giappone e in Corea del Sud e contro la residenza
presidenziale di Seul, in caso di aggressione degli Stati Uniti.
Intanto, ieri, nella "Giornata del Sole" (celebrazione della
nascita del presidente eterno Kim Il Sung, nonno dell’attuale leader), la festa
nazionale più importante, la Corea del Nord, schiera in parata nella capitale
Pyongyang migliaia di soldati in marcia, carri armati, lanciarazzi multipli e,
per la prima volta i nuovi missili balistici intercontinentali.
Possiederebbe
però anche 5.000 tonnellate di armi chimiche e un nuovo supermissile
intercontinentale. Con tale arsenale minaccia di lanciare una guerra totale in
risposta ad un eventuale aggressione. Una dimostrazione di forza sia nei confronti
dell'amministrazione Trump, che dei suoi principali alleati regionali, Corea
del Sud e Giappone.
Dall’altra parte, scopriamo l’esistenza
nelle basi Usa di un altro ordigno non nucleare (Mop) più potente dei quello
appena sganciato in Afghanistan, finora mai impiegato, conosciuto come “Big Blu”.
Dettagli incoraggianti per tutti noi che, con grande
preoccupazione, assistiamo impotenti all’escalation degli attriti
internazionali, sperando che tutti i Paesi coinvolti possano dar prova di
moderazione e responsabilità, nell’assoluta convinzione che una guerra oggi
sarebbe la terza mondiale e forse nucleare e non avrebbe certamente vincitori.
Oggi, Pasqua - che nell’etimologia significa saltare, passare
oltre (il sacrificio dei primogeniti ebrei in Egitto) - l’unica cosa che può
risorgere, oltrepassando la paura e la tempesta, è la saggezza ritrovata di chi
decide il destino delle genti e dell’umanità.
Nessun commento:
Posta un commento