Con il caldo pernicioso di questa ardente estate, germogliano rigogliose perle di idiozia e insensatezza di politici, di opinionisti sotto vuoto spinto e di ambigui personaggi dell’attualità: dalle sparate di Renzi, Gasparri e Rondolino a quelle di Toscani, Boschi e Santanchè, passando per il trio cicciottelle e Nina Moric. Tutto trova degna ospitalità nello stupidario quotidiano, nell’antologia delle bestialità e della truculenza oratoria, senza fine.
E il relativo gossip da ombrellone, compreso nel biglietto, fermenta pigramente tra corpi sudati ed unti dalle creme e stimola neuroni stanchi e assai bollenti, in attesa di opportuno refrigerio.
Cresce così su quelle sabbie immobili cocenti, la battuta lapidaria, ai confini del delirio, con contorno capriccioso di follia e di insolenza.
La stoccata si alimenta con fatica, trovando un varco fra indolenza e paradosso o leccando un ghiacciolo al calembour o in un giornale spiegazzato, da un raro alito di vento.
Er Trump de Noantri o, se preferite, da Pontida, l’altro Matteo, da tempo non parla più di secessione e federalismo, ma solo di migranti e clandestini. Nei suoi lirici comizi, resta di quinta la Padania libera, la legge Fornero e l’odiata bambola Boldrini.
Intanto, si è tolto la felpa perché fa caldo e non è di stagione, ha parcheggiato le leggendarie ruspe e ha indossato la camicia della Polizia di Stato, con tanto di metaforico manganello alla cintura.
Dal palco di Ponte di Legno incita la platea leghista: "Ripuliamo le città dagli immigrati, andiamoci a riprendere gli alberghi. Polizia e carabinieri, quando saremo al governo, avranno mano libera per sgomberare le nostre città".
Minacciosamente, il Trump-giustiziere della Bassa, parla della pulizia etnica controllata e finanziata, che stanno subendo gli italiani, oppressi dai clandestini. "Basta con le buone maniere: le "zecche", i lavavetri, i mendicanti, gli immigrati in fila all'ospedale: sono i mali principali della società.”
La base legaiola che riempie il palazzetto dello sport è in visibilio, in attesa dell’annunciato golpe.
Nel frattempo, qualche fedelissimo prepari il prossimo look del Salvini furioso: quello da barbaro di verde vestito, con l’ampolla del Po in mano e le corna da bue leghista sul cervello.
(Alfredo Laurano)
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