Crollo delle borse, panico nei mercati finanziari, sterlina
a picco, dimissioni di Cameron, incertezza politica: la Brexit ha avuto subito
effetti devastanti sull’Unione Europea e sulla Gran Bretagna.
Da comune e ignorante cittadino, penso che i britannici
pagheranno sicuramente un certo prezzo per l’uscita dall’Europa. Molte tariffe
aumenteranno per effetto della burocrazia e del rallentamento delle procedure
dell’import-export, anche doganali, e ne risentiranno anche i tanti lavoratori
stranieri, alle prese con permessi di residenza e di cittadinanza o giovani con
visti di studio, di turismo e di lavoro, da trovare prima di partire per la
City. Tutti i rapporti commerciali ed economici dovranno essere ridiscussi e
varieranno molto nei prossimi mesi.
Ma, secondo molti esperti e convinti europeisti, la Brexit sarà
una vera catastrofe economica e sociale, con gravi fattori di rischio per la
stabilità, per il sistema bancario e per la tenuta dell'intera Eurozona: questa
uscita, sancita dal 52% dei votanti, potrebbe
rappresentare l'inizio della fine dell'integrazione
europea e spingere altri Paesi a staccarsi dall'Unione stessa.
La nostra Costituzione, “la più bella del mondo", esclude tuttavia questa possibilità, attraverso l’art. 75: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”
La nostra Costituzione, “la più bella del mondo", esclude tuttavia questa possibilità, attraverso l’art. 75: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”
Assieme all'Ue, ovviamente rischierebbe di disgregarsi
presto anche l'Unione Monetaria Europea.
I poteri finanziari e quasi tutto l'apparato dell'informazione
“Remain” si stanno muovendo in questi giorni per delegittimare quella
consultazione, adducendo la presunta difficoltà del tema: argomento troppo
complesso per darlo in pasto al popolo ignorante “che va alle urne con la vanga e imbratta la scheda con le mani sporche
di terra”.
Si stanno raccogliendo firme - soprattutto Scozia e Irlanda
del Nord che non vogliono uscire - per un nuovo referendum.
E’ l’abuso
populistico della democrazia.
Gli anziani
sostenitori del “Leave” - sempre secondo la roccaforte europeista - dovrebbero
sapere che solo i mercati finanziari , i banchieri, le grandi banche
d'affari conoscono cos’è bene o cosa è male per il popolo, ma “voi, ignoranti contadini, come vi permettete
di andare a votare, invece di lasciar decidere ai consigli di amministrazione e
ai grandi finanzieri? Pensate ad arare i vostri campi”.
Proprio come una volta, quando votavano solo i maschi abbienti e poi i maschi che sapevano leggere e
scrivere. Il suffragio universale da noi è arrivato settanta anni fa, nel 1946: al referendum istituzionale,
andarono alle urne per la prima volta anche le donne che, spaesate e un po’ confuse, votarono su indicazione
di padri e mariti.
A loro e agli ignoranti contadini vennero mosse le stesse
accuse di oggi, ignorando che spesso la saggezza contadina supera di gran lunga
quella degli spocchiosi intellettuali che tronfi di superbia credono di
possedere la verità rivelata.
Questo voto “boomerang” va comunque accettato e rispettato,
sempre che gli strumenti della democrazia
diretta o partecipativa
abbiano ancora un senso nell’affiancare (non sostituire) - dove e quando
previsto - quella indiretta e rappresentativa dei suoi delegati, liberamente
eletti, senza alcuna intermediazione e nell’esercizio diretto del potere
sovrano del popolo.
(Alfredo Laurano)
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