Tutti sanno tutto, in
relazione a ciò che accade nel mondo e intorno a sé: in politica, in economia,
in medicina (vaccini, alimentazione, diete, intolleranze), in ingegneria (terremoti,
costruzioni, strade), in giurisprudenza (sentenze ingiuste, senza conoscere
atti e fatti) in religioni, in storia dei popoli, in fatti di guerra e
migrazioni.
Non parliamo poi degli sport e
del pallone.
Crolla il ponte di Genova, un
viadotto di un’autostrada o un palazzo di città? Ognuno sa perché è successo,
chi è il colpevole, quanto e come deve pagare.
Qualcuno parla di Benetton,
responsabile in quanto gestore di Autostrade? Crucifige, crucifige: tutti lo
vogliono linciare, senza nulla sapere, senza nemmeno averlo mai sentito prima
nominare, se non per i suoi maglioni a righe.
Tutti sanno come si fa, tutti
hanno sempre una soluzione, anche contro il terrorismo, la violenza, le
migrazioni, lo sfruttamento, il paranormale, i miracoli, la pedofilia.
Non servono più gli
specialisti, i ricercatori, i medici, gli ingegneri, gli avvocati, i giudici,
gli insegnanti, i geologi, i giornalisti.
Aboliamo i tribunali, gli
ospedali, le scuole, i ministeri, le università, i master e i dottorati;
processiamo la gente nelle piazze, decidiamo leggi e riforme con il televoto o
secondo il numero dei like.
Se ci viene un dubbio, ma non
più di tanto, c’è sempre Wikipedia.
Tutti insegnano, pontificano, spiegano,
ma nessuno impara.
È la neo-scienza del momento,
la Tuttologia, indotta e favorita da Internet e dal nuovo tipo di Comunicazione
on line, dove tutti, anche le legioni di imbecilli, come ricordava Eco, hanno
diritto a dire la propria.
È una malattia virale, una
peste digitale che si propaga e che colpisce a propria insaputa. Va oltre le
eventuali competenze, la preparazione, l’istruzione e la cultura.
“La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere; perché
io so di sapere più di te, che pensi di sapere”, diceva Socrate nella sua “docta ignorantia”
Ma, oggi, questi nuovi
sofisti, detentori di presunta sapienza e conoscenza, rompono l’equilibrio tra ragione
e consapevolezza di sé e della propria ignoranza: uno dei doni più preziosi che
il filosofo greco ha lasciato in eredità all’umanità.
Nell’era della informazione
globale e non stop, degli eccessi parolai e polemici, delle intolleranti
overdose comunicative, ogni affermazione contiene in sé una presunzione di
verità, affermando esattamente il contrario della tesi socratica. (Alfredo
Laurano) 16.8.18
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