Non
ha fatto in tempo a scontare i 546 anni e i due ergastoli ai quali era stato
condannato nel corso di vari processi per
violazione dei diritti umani. Manuel Contreras, 86 anni, morto ieri sera
nell'ospedale militare di Santiago, è stato fino all'ultimo giorno un generale
convinto di aver fatto il suo dovere sequestrando, torturando e uccidendo gli
oppositori politici che finivano nelle carceri della Dina, la polizia segreta,
la Gestapo cilena, della quale Pinochet gli aveva affidato fondazione e guida,
fin dai giorni successivi al golpe che mise fine alla presidenza e alla vita di
Salvador Allende, sotto l’abile regia americana. Nixon aveva ordinato a suoi
che doveva esser messo a tacere ad ogni costo.
Se n'è andato senza mai esprimere neppure
l'ombra di un pentimento e portandosi via anche tutti i suoi segreti degli anni
più bui vissuti dal Cile, dopo il colpo di Stato dell'11 settembre 1973.
Ricordo ancora con dolore quei giorni lontani che
sconvolsero l’opinione pubblica mondiale e il clima di sdegno e incredulità che
anche in Italia si respirava. La nobile figura di Allende che, insieme ai suoi fedeli
compagni combattè fino all’ultimo con coraggio e con l’elmetto in testa,
divenne il simbolo di una strenua resistenza democratica.
“Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento”. Questo
disse Allende nel suo ultimo discorso.
Orgoglioso del suo lavoro, il boia della
Dina organizzò la caccia agli oppositori politici del regime militare in Cile e
fuori dal Cile, negando molte delle accuse per le quali fu giudicato. Negò perfino
che Angela Jeria, moglie del generale Bachelet, e sua figlia Michelle,
l'attuale presidente del Cile, vennero torturate a Villa Grimaldi prima di
riuscire ad abbandonare il Paese per un lungo esilio, dopo che il loro marito e
padre, Alberto, oppositore di Pinochet nelle Forze armate, venne torturato e
lasciato morire in carcere.
Formatosi in una delle tante scuole
militari degli Stati Uniti per dittatorelli sudamericani,
Contreras fu anche un agente pagato dalla Cia e partecipò attivamente all'organizzazione dell'operazione Condor, la superagenzia che collegava tutte le spie delle dittature sudamericane dell'epoca: Cile, Brasile, Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay nella cattura e repressione degli oppositori.
Contreras fu anche un agente pagato dalla Cia e partecipò attivamente all'organizzazione dell'operazione Condor, la superagenzia che collegava tutte le spie delle dittature sudamericane dell'epoca: Cile, Brasile, Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay nella cattura e repressione degli oppositori.
Chiusa la Gestapo cilena, quando il clima
politico cambiò con l’elezione di Jimmy Carter negli USA, per l' amico boia
Pinochet realizzò anche affari nel narcotraffico, fino a quando si ritirò a
vita privata, fondando un’agenzia di bodyguard.
Ha trascorso gli ultimi anni tra il
carcere militare e gli arresti domiciliari, ammalato di leucemia, diabete e,
infine, di un tumore al colon.
Ma i cileni che ieri sera festeggiavano la
sua morte gridando "Assassino, assassino" davanti all'Ospedale
militare di Santiago non lo dimenticheranno facilmente.
8 agosto 2015 (Alfredo Laurano)
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