Più che incredibile, è comico e
paradossale.
Giuseppe Giuffrè, imprenditore di 77 anni,
origini ragusane, ma da tempo trapiantato negli Stani Uniti, voleva donare due
milioni di dollari all’Azienda Sanitaria di Ragusa per comprare apparecchiature
mediche per il nuovo ospedale. Ma, dopo aver aspettato per trenta minuti, in due
diverse anticamere, l’occupatissimo direttore generale, Maurizio Aricò, il
benefattore si è spazientito e ha rinunciato alla donazione. “Negli Usa mi sarebbero
venuti a prendere con la limousine", ha detto poi nell’intervista.
Chissà se l’apatico dirigente avrebbe
mostrato la stessa indolenza, se quella generosa elargizione fosse stata
indirizzata alla sua privata persona?
Forse, non l’avrebbe fatto nemmeno parlare,
gli avrebbe baciato mani e piedi e si sarebbe prostrato in adorazione, gettandosi
a terra o in ginocchio, in segno di umiltà, venerazione e totale sottomissione.
Anche questa è Italia, anche questi sono i manager
pubblici, anche questa è la solerte classe dirigente di questo ridicolo Paese.
9 agosto 2015 (Alfredo Laurano)
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