La solita stupida, inutile e sterile
violenza.
La solita ottusità di squadristi improvvisati, travestiti da
guerrieri metropolitani che giocano alla guerra, che non hanno altro scopo se
non quello di sfogare la propria repressione, i propri istinti animali.
Non lo fanno per protesta, ma per
esercitare un ruolo da protagonista anonimo o per rappresentare l’ideologia del nulla. O per trovare
un’identità che non hanno, non conta, non incide, ma che vorrebbero indossare
nel teatrino del chi vuole, ma non può, soprattutto nelle pagine della cronaca
e della ordinaria follia quotidiana.
Sono privi di qualsivoglia ragione logica o
tattica di contrapposizione al sistema, anzi ne sono o ne diventano il più
prezioso alleato. Non combattono ingiustizie e discriminazioni, non lottano per
affermare principi e volontà popolari.
Sono quelli che con il loro selvaggio
comportamento fanno giustificare qualsiasi risposta decisa, repressiva o
eccessiva - non in questo caso di Expo Milano
- da parte delle forze di polizia che, spesso, non aspettano altro per
manganellare a piacimento.
Ma il danno più grosso e più evidente,
questi quattro miserabili sabotatori incappucciati - che si accontentano, e
infantilmente godono, a imbrattare muri, spaccare vetrine, bruciare macchine e
cassonetti - lo fanno a chi qualche motivo valido ce l’ ha per manifestare, per
sostenere ragioni e diritti contro la
forza del potere, contro l’impero delle multinazionali, contro i mecenati del
proprio portafoglio, contro i corrotti, i ladri, i e gli sfruttatori di
umanità.
Lo fanno a chi si oppone all’emarginazione,
a chi propone criteri e scelte diverse, a chi sfila per le strade o organizza,
ironicamente, con slogan alternativi e giochi di parole, una contro inaugurazione
dell’Expo, con tanto di hostess ed eleganti presentatori.
La pubblica opinione, soprattutto quella
più facile alle lusinghe qualunquiste, quella più attenta ai toni, ai titoli e
ai racconti strumentali di certa stampa e di certa TV, non distingue, non
separa, non si fa un’opinione propria: condanna tutto e tutti, sempre e
incondizionatamente, perché condanna l’irrazionalità, le gratuite forme di
brutalità e devastazione.
Anche perché non le arrivano - o impediscono
che arrivino - le istanze e le riflessioni di una contro informazione che,
sotto le sembianze di una ipertecnologica esposizione universale, vede o paventa
l’ennesima vetrina mondiale del business e della speculazione liberista, che
finge e dichiara di voler nutrire il pianeta, per nutrire i propri affari,
santificando il mercato. Ignorando i centrali temi del diritto e della
distribuzione del cibo, della sua produzione, degli squilibri e dello spreco, della
sostenibilità ambientale, del rispetto delle biodiversità e dei cicli naturali.
Come dargli torto?
In conclusione: una città oltraggiata e
devastata, cittadini attoniti, travolti da un ondata di violenza, in preda allo
sconcerto. Trentamila persone in pacifico corteo e la città messa a ferro e
fuoco dal blocco nero di qualche centinaia di utili imbecilli, che prendono la
piazza e le copertine dei giornali e annacquano e vanificano il significato di
una legittima protesta.
La polizia - dopo i recenti fatti e la sentenza europea sulla Diaz e la tortura - stavolta reagisce con intelligenza ed evita il contatto e danni ancor peggiori. Soprattutto nei confronti dei corretti contestatori, in assoluta maggioranza.
La polizia - dopo i recenti fatti e la sentenza europea sulla Diaz e la tortura - stavolta reagisce con intelligenza ed evita il contatto e danni ancor peggiori. Soprattutto nei confronti dei corretti contestatori, in assoluta maggioranza.
E gli epici eroi della scempiaggine e della
vanità guerriera?
Mandiamoli
a riparare la città sfregiata e a pulire tutto senza mani e con la lingua scura
e biforcuta.
2
maggio 2015 (Alfredo Laurano)
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