Caro sindaco di Ladispoli, con annessa Giunta,
volete intitolare una strada a Giorgio Almirante, visto che a Roma l’analoga
proposta è miseramente fallita?
Fate pure,
nessun problema, purché sulla targa in marmo, sotto il suo riverito nome, venga
indicato il suo ruolo e definita la sua nobile funzione, come si fa per illustri
scienziati, artisti, condottieri, musicisti, poeti e navigatori.
E allora,
condensato in poche righe, si dovrà scrivere chi era costui, perché il popolo
sappia e la Storia ricordi.
Repubblichino
di Salò, Almirante nel 1938
fu firmatario del Manifesto della razza, anticamera dell'olocausto degli ebrei,
collaborando poi fino al 1942 alla rivista "La difesa della razza"
come segretario di redazione.
Su questa
rivista si occupò di far penetrare in Italia le tesi razziste provenienti dalla
Germania nazista, ma con tutto l'orgoglio di essere razzisti italiani.
Il 10 aprile
1944, apparve il cosiddetto “manifesto della morte”, firmato dallo stesso
Almirante, in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani
che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi.
Vi era
riprodotto l’ultimatum rivolto da Mussolini ai militari "sbandati"
dopo l’8 settembre 1943 e ai ribelli saliti in montagna: consegnatevi ai
tedeschi o ai fascisti entro trenta giorni, oppure vi aspetta la fucilazione.
Morte era
minacciata anche a chi avesse dato aiuto o riparo ai partigiani. Fu il sigillo,
quel decreto legge voluto dal duce di concerto con Rodolfo Graziani, per un’indiscriminata
caccia all' uomo e per rastrellamenti feroci, in una terra insanguinata dalle
stragi. Solo in Maremma, tra il 13 e il 14 giugno, furono ammazzati a
Niccioleta ottantatré minatori.
Nel 1972, fu accusato
e amnistiato, solo perché ultrasettantenne, anche dal reato di favoreggiamento
aggravato agli autori della strage di Peteano, nella quale tre carabinieri
furono fatti saltare in aria.
E fu proprio
Giorgio Almirante, il fascista in doppio petto, quello rispettabile, quello con
il senso dello Stato, a proteggere lo stragista, fino a mandargli 34.650
dollari in Spagna, per operarsi alle corde vocali.
Certo, nella
via a lui dedicata ci vorrà una targa molto grande, extra large, per contenere
questo magnifico riassunto.
Perché questa è
Storia, non è un’opinione. (Alfredo Laurano)
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