Ladispoli
compie 130 anni e indossa l’abito della festa. Musica, spettacoli, gruppi folk,
mercatini e stand gastronomici
Ben prima di Ostia e Fregene, Ladispoli fu la Marina di Roma, la spiaggia
preferita e frequentata dalla nobiltà romana e dalla ricca borghesia.
Negli anni trenta raggiunse il primato per la maggior presenza di
villeggianti. “Tutti i giorni parecchie
centinaia di persone se tuffano soavemente nel bel mare de Ladispoli,
dimenticando per qualche ora i 35 gradi della captale…
Così scriveva Trilussa nel 1894 sul Don Chisciotte di Roma.
Così scriveva Trilussa nel 1894 sul Don Chisciotte di Roma.
Fu proprio quella “terra di
confine” a far sognare Roberto e Renzo Rossellini, che tra il mare e la
palude, avevano vissuto all’inizio del novecento le loro vacanze nella casa di
via degli Abruzzi e avevano trovato qui ispirazione per alcune loro opere.
Era il 1888 quando il principe Ladislao Odescalchi, un nobile "sui
generis", che amava, riamato, il suo popolo, decise di sbarazzarsi degli
abitanti del borgo - pescatori e contadini, quasi tutti suoi dipendenti - e dei
villeggianti, sempre più numerosi, chiassosi e invadenti, che d'estate arrivavano col treno fin sotto il suo castello, devastando
anche gli ingressi, le scale ed i tetti delle abitazioni.
La situazione era diventata insopportabile anche per lui, molto generoso
e democratico.
Quella marea di gente gli aveva complicato la vita, la quiete e la pace
non esistevano più, il castello ed il borgo non erano più suoi ed il principe
volle correre ai ripari.
Ed un bel giorno, le carrozze dei bagnanti romani trovarono la strada di
accesso a Palo sbarrata. Fece sopprimere anche quel braccio di ferrovia che
portava i vacanzieri sulla piazzetta del borgo, passando proprio davanti al suo
maniero.
Contemporaneamente, istituì un consorzio insieme all'ingegner Vittorio
Cantoni e lottizzò la striscia di terra fra i due torrenti, Vaccino e
Sanguinaro.
Un altro braccio ferroviario venne subito costruito verso il nuovo
insediamento urbano.
Il binario, di circa due chilometri, partiva dalla odierna stazione di
Palo e correva parallelo alla carrozzabile, costeggiando il bosco e la riserva
di caccia, scavalcando il fiume Sanguinaro con un ponte di ferro. Al centro
della ipotetica piazza, una baracca di legno fungeva da stazione ferroviaria,
mentre due binari morti portavano a una piattaforma mobile che girava le
locomotive e le rimetteva in partenza.
L'ampiezza dell'arenile antistante la nuova realtà invitò i villeggianti
ad affluire più numerosi che a Palo, tanto che durante l'estate la strada
brulicava di carrozze e calessi, trainati da scalcianti ronzini.
I treni, con locomotive a vapore e vagoni semi aperti, trasportavano
romani in ghette e paglietta e donne con enormi cappelli e variopinti
ombrellini.
Dalle capanne alle baracche su palafitte, poi le prime case in muratura.
Questa fu la prima Ladispoli: senza strade, senza fogne, senza luce.
L'acqua mancava e la popolazione cresceva.
La storia di Ladispoli è, comunque, profondamente legata al mare,
al microclima e alla sua sabbia nera.
Dal 1965 al 1990, la città è stata espressione del turismo popolare e
familiare.
La sua ferrosa spiaggia e il suo clima mite avevano attratto tantissime
famiglie, anche grazie alla straordinaria ricettività dei posti letto che l’ex
paesetto di pescatori offriva, in virtù di un insensato boom edilizio: dalla
villetta ai grattacieli.
Oggi, è una città moderna di 42mila abitanti, dove convivono oltre
cinquanta etnie diverse e ben integrate. Spiagge libere, stabilimenti, strade,
rotonde, scuole, servizi e ristoranti, la “città dei bagni e della sabbia nera”
è famosa anche per la produzione del carciofo e della relativa Sagra (65
edizioni) e per la cinquecentesca Torre Flavia, simbolo della città,
danneggiata dai bombardamenti durante l’ultima guerra e oggi immersa nel mare a
causa dell'erosione della costa.
L’identità plurale di Ladispoli la distingue come “città di tutti”, dove
- come dice l’ex sindaco Paliotta - nessuno si sente estraneo e nessuno si
sente padrone.
E stasera, per festeggiare l’anniversario, sul cielo di Ladispoli si
esibiranno anche Le Frecce Tricolori. (Alfredo Laurano)
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