Era
già successo all’isola del Giglio, dove per mesi è rimasta adagiata su un
fianco la carcassa della nave Concordia, è successo nelle città ridotte a macerie
dal terremoto come Amatrice o L'Aquila, succede ovunque si abbatta una tragedia
spettacolare, raccontata a lungo e nel dettaglio dal Web e da tutti i media
nazionali.
Disastri,
crolli, stragi, delitti feroci, calamità e sciagure varie sono, per alcuni, poli
di attrazione irresistibili, richiamano migliaia di curiosi, diventano mete di macabro
turismo. Arrivano sempre e subito gitanti per farsi selfie di fronte alle case
crollate o a panorami disastrosi simili.
C'è
addirittura un operatore inglese (Disaster Tourism), specializzato in siti
colpiti da catastrofi, il cui catalogo permette di scegliere tra New Orleans
flagellata dall' alluvione Katrina, i campi di battaglia dell’Afghanistan, la
centrale di Fukushima in Giappone, le zone colpite dai tornado dell’Oklahoma,
le favelas di varie città brasiliane o un ricco mélange di paesi, diciamo,
sfortunati.
E’
il cosiddetto turismo voyeur o
dell’orrore - alternativo a quello balneare, montano, termale, culturale,
religioso, enogastronomico - che cerca i luoghi delle tragedie, in proprio o con i pulmini organizzati per visitare, ad esempio, la villetta di Cogne
o di Perugia, la casa di Olindo e Rosa o la cittadina di Avetrana, ma non si
tratta certo di una perversione solo italiana. Si va diffondendo nel mondo, anche
grazie ai tanti attentati terroristici.
E,
per rispettare la tradizione, anche stavolta, nel giorno di Pasquetta, dedicato
alle gite fuori porta, centinaia di persone sono salite sul luogo dove gli
ospiti dell’hotel Rigopiano rimasero prima intrappolati dalla neve e poi
sepolti dalla valanga.
Hanno
violato i sigilli. Come sciacalli, sono entrati a rovistare, per raccogliere stupidi
souvenir sul teatro della tragedia che ha causato 29 morti.
I
parenti delle vittime, giunti sul luogo per pregare, si sono trovati di fronte
una fila di auto degna delle prime gite sul litorale, ad attrezzati pic-nic con
barbecue e arrosticini, a bambini chiassosi che giocavano a pallone, mentre i
genitori scattavano foto ricordo tra i ruderi.
Sono intervenuti per cercare di
riportare la situazione a un accettabile livello di decenza, ma sono stati pure
insultati e criticati da chi crede sia suo diritto rovistare nelle macerie
delle vite altrui.
Nessuno che abbia portato un fiore o
acceso un cero, nessun genitore che abbia spiegato ai figli che lì sono morte
tante persone per colpa dell'uomo e non del solo destino.
(Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento