Le
impietose immagini di quei bambini di Douma, colpiti dai gas di Assad, che non
riuscivano a respirare, che avevano la bava alla bocca e gli occhi sbarrati in
una sorta di fissità smarrita, che venivano innaffiati con dei tubi, come fiori
secchi e inariditi, hanno, ancora una volta, sconvolto il mondo.
Hanno
aggiunto orrore su orrore ai tanti massacri, alle stragi, alle devastazioni di
quella sporca guerra che da sette anni si combatte in Siria. Ora, anche con le
armi chimiche.
Città
e villaggi sono ridotti a cumuli di macerie, i morti non si contano, quelli
ancora vivi non hanno cibo e farmaci e cercano di sopravvivere alle bombe, con
i propri figli, nei rifugi improvvisati.
A
una settimana da quell’aggressione con gas chimici, Donald Trump ha ordinato,
assieme a Francia e Gran Bretagna, un lancio di missili su Damasco, per
rispondere all’attacco "spregevole e malvagio, che non
è stata l'azione di un uomo, ma il crimine di un mostro".
Annunciando
l'avvio di raid di precisione contro obiettivi associati alle capacità di
produzione di quelle armi, in diretta televisiva, ha aggiunto "Il nostro
obiettivo è distruggere le capacità di usare armi chimiche del regime siriano e
le operazioni proseguiranno il tempo necessario per distruggere le loro capacità".
La
prima reazione di Mosca è stata dura: "le azioni degli americani e dei
loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze" – ha dichiarato
l’ambasciatore russo in Usa e ha accusato l'Occidente di aver delineato
"uno scenario precostituito".
Vladimir
Putin ha definito l'attacco nei confronti di Damasco come un "atto di
aggressione contro un Paese che sta combattendo il terrorismo sul suo
territorio”.
Le
forze aeree difensive russe sono state messe in stato di combattimento.
Uno
scenario sempre più drammatico e oscuro che fa presagire conseguenze terribili
sul piano internazionale.
Anche
perché, le bombe e i missili non salvano le vite e non portano mai la pace,
rischiano soltanto di aggravare un conflitto già devastante e di infiammare
ulteriormente le tensioni.
Il
regime siriano sta uccidendo il suo stesso popolo da sette anni - ad oggi si
parla di oltre mezzo milioni di morti - con o senza l'uso di armi chimiche, che
restano un crimine di guerra e contro l'umanità.
Ma
gli Stati Uniti e i loro alleati non possono boicottare gli sforzi per il
dialogo e la pace, non possono strumentalizzare l’Onu e il diritto
internazionale, a proprio piacimento e allo scopo di giustificare, di fronte al
mondo, il proprio non disinteressato interventismo.
(Alfredo Laurano)
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