Dopo diciassette mesi di restauro che
hanno visto all’opera, giorno e notte, 26 restauratori e una spesa di oltre 2
milioni di euro, a carico soprattutto della maison Fendi che ha finanziato
buona parte dell’intervento, la Fontana di Trevi è tornata poco fa a splendere
per romani e turisti.
Per tutta la durata dei lavori non è mai
stata completamente chiusa ai visitatori. Per il tradizionale lancio della
monetina era stato infatti creato uno “specchio d'acqua” ad hoc, collocato al centro
della recinzione. In più, la Sovrintendenza Capitolina aveva fatto realizzare
una passerella panoramica con pannellatura trasparente che permetteva di vedere
la Fontana di Trevi da una prospettiva unica e da molto vicino. Ai lati, infine,
erano montati due schermi che mostravano immagini recenti e storiche legate al
monumento.
Oggi, quindi, la riapertura completa.
Con
un grande applauso, la mitica fontana capitolina, simbolo della Dolce Vita e gioiello
del tardo Barocco, alle 17 è tornata a riempirsi d'acqua e di luce. Ora ha una nuova illuminazione a led.
Riportata
al suo antico bagliore, è stata riconsegnata a tutti quelli che, come
tradizione vuole, vorranno ancora lanciare la monetina all’interno della vasca,
per propiziarsi un futuro ritorno a Roma.
Quella di Trevi è la più grande ed una fra
le più note fontane romane ed è considerata una delle più celebri del mondo.
In stile rococò, fu iniziata da Nicola Salvi
nel 1732 e completata nel 1762 da Giuseppe Pannini.
Nei secoli precedenti, in particolare nel
XV e nel XVII, c’erano stati una serie di progetti e di interventi parziali -
fra cui quelli dell’Alberti ed del Bernini - mai definitivi per cause varie,
per la realizzazione di una mostra d’acqua, in prossimità di un trivio (treio) dell’antico
acquedotto dell’acqua vergine, vicino al Quirinale, detto Tribium, da cui,
forse, il nome.
Il monumento, alimentato ancora oggi dallo
stesso antico acquedotto romano, raffigura un Oceano su un cocchio a forma di
conchiglia, trainato da cavalli marini, guidati da tritoni.
Ai lati della grande nicchia centrale,
altre due nicchie, più piccole, occupate dalle statue della Salubrità e
dell'Abbondanza. Le tre nicchie sono delimitate da quattro grosse colonne. I
due cavalli tradizionalmente noti come “il cavallo agitato” (quello di
sinistra), per avere una posa molto più dinamica dell’altro, e “il cavallo
placido” rappresentano gli analoghi momenti del mare, a volte calmo a volte
agitato.
Come uno dei simboli della città di Roma,
la magnifica fontana è stata spesso usata dal cinema.
L’esempio più noto, è la famosissima
scena de “La dolce vita” di Fellini, in cui una provocante Anita Ekberg,
avvolta in un elegante abito nero, si bagna nelle acque della fontana chiamando
“Marcello”.
In Tototruffa, film del 1961, Totò tenta
di vendere la fontana ad uno sprovveduto turista, e con essa i diritti d'autore
per tutte le foto scattate dagli altri turisti.
Respighi le ha dedicato il terzo movimento
del suo Poema sinfonico.
Una curiosità: pare che la Fontana di
Trevi incassi più di 3000 euro al giorno in monetine che, dal 2006, vengono
devolute alla Caritas diocesana.
3 novembre 2015 (Alfredo Laurano)
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