Qualche
tempo fa, ho visitato l’Eremo, conosciuto oggi come il Santuario del primo
presepe del 1223, e sono rimasto sconcertato dalla sobria essenzialità del Refettorio,
del Dormitorio e delle, incredibilmente piccole, celle dei frati: di Francesco,
di Bonaventura e di Bernardino: pochi centimetri quadrati in ogni dimensione.
Ma erano altri tempi.
Francesco, il papa, afferma che la Chiesa,
per essere credibile, deve essere povera. Marcinkus - quello dello Ior, del
caso Carli, del caso Orlandi, della improvvisa morte di papa Luciani - diceva
invece che la Chiesa non si amministra con le Avemarie!
Per non smentirlo, oggi, il cardinale
Tarcisio Bertone ha tenuto a precisare che il suo chiacchierato attico a
Palazzo San Carlo in Vaticano - ristrutturato con 200mila euro pagati dalla
fondazione Bambin Gesù - non è di 700 metri quadrati, come i maligni insinuano,
ma solo di 300 e ospita tre suore, oltre a lui. Probabilmente staranno pure un
po’ strettini.
Secondo alcuni dati estratti del libro di
Nuzzi, “Via Crucis”, e da “La Stampa, molti appartamenti principeschi di altri
cardinali vari, veri principi della Chiesa, sono costituiti da sale di ogni
tipo: d’attesa, della televisione, da bagno, dei ricevimenti, da tè, della
biblioteca, dell’assistente personale, del segretario, d’archivio, della
preghiera. E ancora camere, cucine e dispense.
Residenze private in edifici da favola,
come lo splendido palazzo del Sant’Uffizio, subito dietro il colonnato di
piazza San Pietro, che risale al Cinquecento e che un tempo ospitava il
Tribunale dell’Inquisizione.
Qui, la casetta più grande, di ben 445
metri quadrati, è andata al cardinale Velasio De Paolis, ratzingheriano di ferro,
classe 1935, presidente emerito della Prefettura degli Affari economici della
Santa sede.
Con un’altra casetta popolare da 409 metri
quadrati gli fa compagnia il cardinale sloveno Franc Rodé, ottantun anni, già
arcivescovo di Lubiana e amico personale di Marcial Degollado, il fondatore dei
Legionari di Cristo, sospeso dal ministero per gravissimi atti di pedofilia.
Un altro gruppo di cardinali vive in un bel
palazzo vicino a via Conciliazione.
“Qui – racconta ancora Nuzzi – sfiora i 500
metri quadrati la dimora del canadese Marc Ouellet, classe 1944, prefetto della
Congregazione per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per
l’America Latina.
Il cardinale Sergio Sebastiani, membro della Congregazione per le cause dei santi, vive in
424 metri quadrati.
Lo statunitense Raymond Leo Burke, classe
1948, patrono del sovrano militare ordine di Malta, è a suo agio in 417 metri
quadrati, così come il polacco Zenon Grocholewski, classe 1939, prefetto
emerito della Congregazione per l’educazione cattolica. A lui una residenza di
405 metri quadrati.
A pochi passi, sempre nel quartiere romano
di Borgo Pio, una residenza regale di 524 metri quadrati è abitata dal
cardinale americano William Joseph Levada che, qualche settimana fa, ha avuto
uno spiacevole incidente alle Hawaii: è stato arrestato per guida in stato di
ebbrezza.
Su “La Stampa” si racconta di monsignor
Nunzio Scarano, al centro di una torbida storia di riciclaggio, che nel suo
appartamento di Salerno di ben 800 metri quadri viveva tra ori, argenti e
quadri di De Chirico.
Altri residenti vicini al Sant’Uffizio sono
porporati e monsignori di rango: il cardinale Francesco Coccopalmerio (265 mq);
l’ex segretario di Ratzinger monsignor Josef Clemens (226 mq); il cardinale Paul
J. Cordes (259 mq); il vescovo Giorgio Corbellini (204 mq).
Ma quanto pagheranno costoro di Imu, Tasi e
Tari?
Meno male che c’è l’otto per mille!!!
Comunque, l’unico che vive in 50 metri quadri è il “povero”
Francesco, quello che fa il papa.
Se riuscirà a
debertonizzare e depedofilizzare la Chiesa, i prossimi vescovi e cardinali
dovranno praticare l’astinenza, rinunciare a privilegi, lusso, donne e bambini,
accontentarsi di monolocali con uso di cucina e di girare in bicicletta.
Ma, questo, caro Francesco mai succederà.
Statte accuort!
7 novembre 2015 (Alfredo Laurano)
Grazie, bla78
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