Hanno segnato un’epoca nella musica, nel
costume, nella moda.
Sono diventati un mito, una leggenda, un fenomeno di
comunicazione di massa di proporzioni mondiali. Hanno venduto oltre un miliardo
di dischi.
I Beatles contano ancora oggi su un enorme seguito e numerosi sono i
loro fan club, esistenti in ogni parte del mondo.
Le loro sonorità pulite e naturali, la loro
musica semplice, accattivante e coinvolgente, le loro voci carezzevoli e
garbate sono sempre di attualità e le loro canzoni sono eseguite e amate anche
dalle giovani generazioni.
Un
repertorio vastissimo e intramontabile: da Please please me a Twist & shout,
da A Hard Day's Night ad
Help!, da Day Tripper e We Can Work It Out, da Yellow submarine a Ticket to ride, da Let
it be a Come together, a Michelle, Norwegian
Wood, Hey Jude, Eleanor Rigby, Yesterday
e tantissime altre.
I Beatles sono stati uno spartiacque nel
mondo della musica pop e rock, come alcuni grandi lo sono stati nella classica
e sinfonica.
Tutti li amavano, molti li adoravano, li
imitavano nell’abbigliamento, nel look, nel taglio di capelli, negli stivaletti.
Le ragazze impazzivano e urlavano da ossesse, al solo immaginarli.
Con loro nacquero le prime manifestazioni
socio-psicologiche di devozione di massa, di estasi e di isteria collettiva.
Ispirarono e fecero nascere migliaia di band
e gruppi musicali, compreso il mio.
Nei desolati e spogli palinsesti estivi della
televisione pubblica e privata e parafrasando la nota canzone degli Stadio “Chiedi
chi erano i Beatles”, Raitre ieri sera ci ha fatto un regalo: ha mandato in
onda un programma a cavallo fra storia, costume e società, per celebrare i
cinquant’anni della memorabile tournee in Italia dei Beatles.
Nel giugno del 1965, suonarono a Genova,
Milano e il 27 giugno a Roma, al Teatro Adriano, accolti da migliaia di giovani
in delirio, che erano riusciti a comprare i carissimi biglietti. Traffico impazzito, città blindata.
Racconti, documenti, brani musicali, testimonianze,
aneddoti, filmati amatoriali, o “rubati” in qualche modo, per ricostruire le atmosfere
di quei momenti e di quegli anni.
E tanti personaggi che con i baronetti hanno
avuto un contatto, un incontro, un’avventura: Gianni Minà, l’amico
confidenziale, Fausto Leali e Peppino di Capri, che si esibirono con loro, Amanda
Lear, Catherine Spaak, il figlio del lor sarto personale, l’ingegnere del suono
Ken Scott. Ma anche Gianni Bisiach, Furio Colombo e altri che in quel giorno
erano presenti.
Molte attuali cover band del mitico quartetto
hanno eseguito alcuni tra i più noti brani.
Una valanga di ricordi legati a quei favolosi
quattro “scarafaggi” che, a colpi di chitarra e batteria, cominciarono a
cambiare il mondo.
La musica e la vita scorreva sotto i piedi.
Tutto non sarebbe più stato uguale a prima.
26 giugno 2015 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento