Chi ha vinto le elezioni regionali?
Tutti ne parlano, ne analizzano i risultati, fanno confronti con le Politiche,
con le Europee, con le precedenti amministrative. E i numeri, le virgole, le
percentuali ovviamente cambiano e si prestano ad assere interpretati, perché la
matematica elettorale non è una scienza esatta. Comunque, come sempre, tutti
hanno vinto, nessuno ha perso o, al minimo ha pareggiato: poteva andare peggio!
Non credo.
Il dato certo, assoluto,
incontrovertibile è che dei 23 milioni di italiani chiamati alle urne, hanno
votato la metà. Uno si e uno no. Questo è l’unico partito che ha sicuramente
vinto: astensione libera.
Non voglio qui analizzare cause e
motivazioni di tale legittima, ma inutile scelta di non scegliere -
ulteriormente controproducente - che vanno dalla delusione al disamore, dalla protesta alla
disaffezione, dal menefreghismo cosmico allo schifo per la corruzione, dalla
rinuncia, fiera e volontaria, di partecipazione democratica al disprezzo della
gestione del potere dei partiti, dei poltronifici e dei tanti privilegi.
Se anche la Toscana, regione dove fino a
ieri votavano pure i bambini e gli animali da cortile, è scesa al 48% di
affluenza, vuol dire che la democrazia in questo ridicolo Paese è a forte
rischio involutivo.
Ma, per capire meglio il senso delle
cose da un punto di vista antropologico culturale o, volendo proprio esagerare,
cogliere il valore e gli aspetti etici del comportamento di chi,
sacrificandosi non poco, assume le orrende vesti di elettore convinto e
consapevole, bisogna sapere, per esempio, che ad Ercolano hanno arrestato due
individui che vendevano il voto al di fuori del seggio per 20 euro.
Che in Campania, De Luca a parte, undici
“impresentabili” - segnalati nella blacklist della Commissione Antimafia di
Rosi Bindi (9 nel centrodestra e 2 nel centrosinistra) che tante polemiche ha
suscitato, anche nel suo stesso partito - hanno ottenuto oltre 45mila
preferenze, alla faccia della condanna e della riprovazione popolare: un premio
speciale alla coerenza nel malaffare.
Ma non eravamo tutti indignati, schifati
e disgustati? Non predicavamo, più o meno tutti e vario titolo, giustizia ed
onestà?
Allora,
italiani brava gente, di che vogliamo parlare?
2
giugno 2015 (Alfredo Laurano)
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