I
DIV son tornati a casa.
La
gita si è velocemente consumata tra i verdi boschi e le piogge di Romagna,
all’aria fresca o proprio fredda di un inizio estate villano e dispettoso,
attraverso odori d’erba e sapidi gusti di tortelli e cappellacci, di Sangiovese
e di pungenti aromi di formaggio di fossa, di porcini e confetture di pere
cocomerine. E tra i bei casali in pietra della Valbonella, tra prati curati e
giardini officinali, tra liberi pavoni e scolaresche vivaci e scatenate.
Ma
anche incrociando passeggiate e shopping fra terme e negozietti, con “imperdibili”
occasioni per acquistare maglie, costumi e giubbetti, alla volè.
O
paesaggi bucolici e sereni, popolati da Elfi, fatine e gnomi Mentini, rilassanti
dormite e luoghi suggestivi, sorgenti tiberine o città plautine, tra mille risa
e fragorose chiacchiere vibranti, tra ululati festosi, trilli, gorgheggi
d’animo e di gola e gorgoglii di pancia che gradisce.
Tra
goliardici schiamazzi, a volte maliziosi, e fotografie, tra messaggi WhatsApp e
telefonini a ferire e violentare… “sovrumani silenzi e profondissima quiete”,
dal sapore universalmente leopardiano.
E
su quello sfondo, gaio e scanzonato, un clima gioioso di allegria, schietto e
spumeggiante come il sangue romagnolo che si attacca e ti contagia.
Quante
voglie, quante proposte, quanti programmi e possibili iniziative, ma il tempo è
poco e la pioggia tanta. Bisogna scegliere, sfruttare al massimo quel poco che
ci è riservato, sfidando il meteo e gli elementi avversi.
E
allora, all'eremo fra i tigli del santuario di Corzano, magico e seducente
nella sua oasi di pace e sobrietà; al Monte Fumaiolo a scoprire un gelido
zampillo che diventa Tevere; lo strudel del rifugio per premiar la gola e la
fatica; la bella Sarsina che diede i natali a Tito Maccio e alla sua commedia
degli equivoci e degli scambi di persona, dove l’ilarità nasce dagli intrecci e
dagli amori ostacolati: l’azione si fa gioco creativo e diventa liricamente
comico, in una ridda di battute, digressioni esilaranti e dialoghi
scoppiettanti.
Un
po’ come i nostri, casuali, spontanei, beffardi e macchiettistici, zigzagando,
con un po' di nostalgia, tra i sentieri dei ricordi e dell'oblio: una sorta di
puro cazzeggio plautino, da contaminazione storico-locale, più gastro-comica,
direi, che poetica o teatrale. Come, per esempio, “e allora, faccela vedè” …’sta
fotografia!
Inevitabile:
siamo in Romagna, dove si balla, si ride, si beve e ben se magna!
Sfoderate
coltelli e forchette e gambe sotto al tavolino: al Primo Maggio di S. Piero in
Bagno, da Lia a Montecoronaro, all’Antica Osteria di Sarsina e, per non
privarci del sapor di mare, un lungo e un po’ insensato giro a degustar le
delizie marinare della Rustita, in quel di Fano.
E
dopo cozze, fettuccine, alici, sogliole e calamari, la classica “moretta” che
fa digerire, l’attesa in fila per la pipì, fraterna e collettiva, e tutti in
macchina per tornare a casa, stanchi ma felici, come nelle belle favole dei
diversamente giovani.
22
giugno 2015 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento