Alla
ridicola e vergognosa sentenza d’appello del processo Vannini, cui avevano
fatto seguito altrettante ridicole motivazioni - che non motivano, che non
spiegano, che nulla aggiungono e nulla giustificano - non potevano non arrivare
anche le bizzarre argomentazioni degli avvocati difensori dei Ciontoli,
illustrate in una conferenza stampa, che aveva la pretesa di chiarire i fatti e
dissipare i dubbi.
“Alcuni
aspetti di questa vicenda sono stati strumentalizzati e, in parte, alterati da
valutazioni, illazioni, retroscena e commenti di televisioni e giornali. Abbiamo
la necessità di spiegare la verità dei fatti e siamo solidali con la famiglia
di Marco, che vive questa tragedia per un danno irreversibile. Ma una tragedia
simile l’hanno vissuta e continuano a viverla anche i Ciontoli, proprio per i
legami che c’erano con Marco. Da questo punto di vista non credo sia possibile
immaginare che questa famiglia abbia mai voluto che Marco morisse. Questa è la
sintesi della corte d’appello: nessuno ha potuto dimostrare la volontarietà”.
Poi,
una serie di affermazioni del tutto incondivisibili, che lasciano perplessi.
“Non si può crocifiggere una
persona, che non ha dimestichezza con le armi, per un errore commesso, non
volontariamente”.
E
allora come mai aveva due pistole in bagno (che non sapeva usare, nonostante
fosse un militare), per giocare a battaglia navale nella vasca, anche con chi
lì capitava per un bagnetto al volo? Le impugnava, le scarrellava, le puntava e
premeva il grilletto?
“Per quale motivo la casa
avrebbe dovuto essere messa sotto sequestro?”
Semplicemente
perché al suo interno è stato ucciso un ragazzo. Se avessero raccontato subito
dello sparo, forse lo avrebbero fatto.
"Tanto il sangue non
c'era, quindi era inutile cercarlo con il Luminol".
E
chi l’ha detto, da chi l’hanno saputo, dalla sibilla veggente di quel ridente
litorale?
Infatti,
la casa non è stata sequestrata neppure dopo aver saputo il fatto, perché - sempre
secondo la disarmante logica dei difensori - era irrilevante e non avrebbe
cambiato nulla. E perché mai, chi ha stabilito fosse superfluo e inutile alle
indagini? Perché nessuno è intervenuto e non è stata aperta un'inchiesta su chi
non ha indagato?
"Tanto si sapeva che era
colposo".
Si,
certo, anche questo per sentito dire, al bar e sulle spiagge? O era scritto sui muri della
città?
Scontata verità, sempre garantita dalla stessa fattucchiera, per cui non
serve investigare, analizzare, cercare prove e processare. Allora cancelliamo
il Diritto e la Giurisprudenza e consultiamo l’oracolo.
Avv. Gnazi, difesa Vannini, e Marina |
E,
per chiudere in bellezza, o, per meglio dire, in vera tristezza, cosa poteva mai accadere dalle 23.05
(telefonata del padre di Marco) alle 23.15 (ora dello sparo)?
Nulla
di che, un casuale, incredibile omicidio di un ragazzo di vent’anni, giocando
in una presunta vasca, con una presunta scarica pistola, in una presunta
battaglia, non so se proprio “navale” o quanto mai presunta.
Lasciamoci
guidare dalla fantasia.
(Alfredo Laurano)
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