mercoledì 13 marzo 2019

CATTIVA MAESTRA


Prima dell’era Internet e del Web, che tutto propone, produce e racconta in uno spazio infinito e solo apparentemente virtuale, è stato l'avvento della televisione a determinare il passaggio da Homo Sapiens a Homo Videns, nuova categoria introdotta da Giovanni Sartori per sottolineare il mutamento antropologico avvenuto nell'uomo, che non segna un'evoluzione ma, piuttosto, un'involuzione. Per la prima volta nella storia, l’immagine prevale sulla parola, andando a trasformare completamente la comunicazione e i meccanismi di comprensione tra gli esseri umani, minandone il cosiddetto pensiero astratto e l'attività simbolica propria.
L'Homo Videns è regressione, atrofizzazione intellettuale e incapacità di distinguere virtuale da reale e vero da falso. Come accadrà, ancor di più e a maggior ragione (inizio anni’90), proprio con il world wide web, la ragnatela mondiale che ha giocato il ruolo più importante nel diffondere internet e ha definitivamente cambiato il mondo.
Conseguenza di questa involuzione è la sempre più crescente incapacità dell'uomo di pensare con la propria testa, di crearsi un'opinione propria, cosa che, per traslato, significa perdere libertà e libero arbitrio.
Va premesso che, in un paese normale, non ci sarebbero l'Isola dei famosi, il Grande fratello, gli Uomini e donne delle Marie De Filippi, i pollai delle Barbare D’Urso, il loro gossip quotidiano e le montagne di spazzatura annessa e connessa, di una TV ignorante e becera, che scende sempre più in basso, con trasmissioni demenziali, tutte eguali, tutte volte a diffondere cretinismo.
Dalle aggressioni verbali agli insulti gratuiti, dalle prepotenze dialettiche alle risse da salotto, dove ognuno si sente in diritto di imporre un’opinione come parabola evangelica, impedisce agli altri di parlare, interrompe, sorride e scuote il capo appena scopre di essere inquadrato, come piano d’ascolto. Una noiosissima manfrina, un teatrino infantile, un insistente e petulante gioco delle parti, tanto fittizio, fasullo e ingannevole quanto artefatto, ridicolo e patetico.
Ma, qualora tutto questo non bastasse a glorificare la sagra del trash, che quel pulpito mediatico partorisce e sviluppa di continuo, c’è anche di più e di peggio.

Su Blob di Raitre, una delle più intelligenti trasmissioni di sintesi che, riducendo a pillole e poltiglia il meglio dei programmi andati in onda, in realtà si fa analisi e narrazione di quella che Karl Popper definiva “cattiva maestra televisione”, ho visto il vile e volgare attacco sferrato - pro audience e sensazionalismo - da un arrogante pregiudicato di nome Fabrizio Corona, quello che una volta dava in pasto alle sue minorate fans i suoi agognati slip, lanciandoli dai balconi degli alberghi.
Costui, dopo aver truffato per anni vari personaggi dello sport e dello spettacolo, dopo una vita di minacce ed estorsioni, dopo essersi fatto carcere e comunità di recupero, ha dato pubblicamente del cornuto a un canuto, sconvolto e piangente Riccardo Fogli, vecchio cantante in disuso, parcheggiato per propria scelta nell’Isola dei confusi, dove ex Vip, reduci dello spettacolo, navigate babbione, aspiranti veline, tronisti, miracolati e poveretti vari mendicano una nuova, inusitata celebrità.
E lo ha infamato con tanto di particolari e annunciate prove e documenti, come nel suo mai smentito stile di impostore e lestofante
Praticamente, più che un’isola, una fogna a cielo aperto, lambita dal mare, piena di fame e di pattume, di rifiuti, di avanzi di notorietà, di scarti dell’attualità, opinionisti al seguito compresi.

Permettere a un rozzo farabutto, bullo, prepotente e senza scrupoli, di andare in televisione a sputtanare il prossimo, a spargere letame e maldicenza, è un'opera di per sé criminale. Un reato, non solo etico e sociale, che coinvolge autori, programmisti e conduttori, che arriva dopo vari precedenti, dopo l'esaltazione di altri personaggi improbabili, come gli Sgarbi, i Briatori, le Ferragni, le oche finte maggiorate dalla chirurgia estetica alla Cipriani e i nuovi trapper che ragliano alla luna.
Questa TV del nulla, imbecille e deleteria, capace di condizionare, nel bene e nel male, i comportamenti di massa, ha anestetizzato un bel pezzo d’Italia che non legge, non studia, che subisce e non reagisce, che non sa cosa sia un libro o un giornale, dopo aver sfogliato solo il sussidiario e il libretto d’istruzione del telefonino: una gigantesca rete a strascico, ha detto qualcuno, che porta i cervelli all'ammasso.
E’ lo specchio del lato peggiore e più squallido della nostra società, che impone modelli sempre più sguaiati, ignoranti, violenti, mostruosamente gretti, in modo da aumentare la morbosità del pubblico e sdoganare reazioni sempre più passive e compiacenti. 
E’ in onda lo spettacolo della banalità, che distrae l’opinione pubblica dai problemi che assillano il Paese, per imporre nuove forme estetiche di identificazione, attraverso il voyerismo di spettatori costretti a cibarsi costantemente delle storie di ordinaria follia di certi ambigui e nocivi figuranti, nello splendore del loro speculare esibizionismo.
Nel nostro quotidiano dominano ormai la scopofilia e la sete di dettagli morbosi.

E nell’epoca dell’homo videns e technologicus e delle Post truth (post verità) - bugie e falsità condivise che milioni di cittadini amano tuttavia credere - conta poco il reale e la sua interpretazione. Niente è come sembra, nulla è come appare: in un evento o in una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza e percepita come tale dal pubblico, sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi concreta della effettiva veridicità dei fatti. Tutto si riplasma in gossip, pur di acchiappare “clic” e ottenere consenso.
Li chiamano Reality, ma in effetti sono false messinscene e mistificazioni che mirano a fare ascolti e tanti soldi. L'apoteosi della Tv spazzatura.
 (Alfredo Laurano)

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