Due notizie da
TG, già nei titoli, con quasi lo stesso risalto, la stessa enfasi, all’interno
di spettacoli musicali.
Pochi giorni
fa il rapper Fedez - quello tatuato come una carta geografica - ha sorpreso il
suo pubblico e soprattutto la sua fidanzata, la blogger Chiara Ferragni: dopo
averle dedicato una canzone, l'ha chiamata sul palco dell’Arena di Verona e,
mettendosi in ginocchio, le ha chiesto di sposarlo. Un regalo importante per il
suo trentesimo compleanno.
Lei,
ovviamente, ha detto sì con un commosso bacio.
Un coup de theatre,
un’ennesima trovata pubblicitaria un po’ banale, ormai abusata anche nello
sport e nei salotti bene.
La scena, a
beneficio del vasto pubblico presente, coinvolto in qualità di testimone, è
stata subito raccontata da radio, TV, Web e stampa, come si annuncia o si
promuove una fiction di successo.
D’altro canto,
non poteva che essere così.
Non c’è nulla
di strano o di anomalo perché oggi non c'è quasi più niente di privato, anche
nelle vicende personali e sentimentali, soprattutto negli idoli di una
generazione che vive, cresce e si riproduce sui social.
E tutto si fa
pubblico, tutto si dilata, tutto accade on line, quasi in diretta, e si rivela
al grande pubblico sui canali della Rete, dove si vive una realtà, di fatto,
assai poco virtuale e molto partecipata. In particolare per i vip
internazionali, marcati e pedinati a vista da milioni di ammiratori e
followers, che in quel percorso obbligatorio, spesso, si annullano o si
completano.
Tutto, commenti,
dirette, foto, video e discussioni - inutile ribadirlo - sotto la luce costante
dei media e delle breaking
news, capace di regalare la stessa intensità e quasi la stessa attenzione a
fatti di cronaca rosa, gialla, nera, di gossip, di spettacolo o di tragica
attualità: disastri umanitari, traffici illegali, guerre endemiche o vile
terrorismo.
Come
l’ennesimo attentato di Manchester che ha fatto una strage di ragazzini e
adolescenti che avevano l’unica colpa di ascoltare musica in un concerto.
Proprio, come quello del promesso sposo di cui sopra.
Un altro
eccidio che - nonostante il sangue e le tante giovani vite spente per gioco o
per capriccio, sotto una lurida bandiera di ideologica follia - quasi, non fa
più notizia o ne fa meno della dichiarazione d’amore di Fedez o di un divorzio
di Belen.
Perché ci
stiamo abituando al peggio, a convivere col terremoto della ragione, ad
accettare il male, come inevitabile scelta di molti o di condizione naturale di
intere comunità.
Alla legge
della Comunicazione, asettica e globale, non importa che un fatto susciti
consenso, gioia, paura, orrore, sdegno o condanna collettiva. Conta la notizia.
Tutto scivola
e trova spazio fra i titoli di un qualsiasi TG, dalla visita a sorpresa di
Francesco a uno stupito condominio di Ostia, a quella di Obama a Milano e in
Toscana; da quella di Trump in Medio Oriente e a Roma, all’abito spettacolare
di Melania, senza velo.
O a quella di un
qualsiasi, solito attentato.
(Alfredo Laurano)
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