Chi non scrive (o descrive), oggi, e non
pubblica un libro, un saggio, un romanzo, un bignami di barzellette, di favole
metropolitane o di ricette della nonna? O le imperdibili “sue memorie”, che
interessano di certo tutto il mondo letterario? E lo vende pure in libreria,
dove magari c’è la fila!
Così, fan tutti. Anche un semi-analfabeta o
qualcuno che combatte ogni giorno contro l’italiano, la grammatica e gli
invincibili congiuntivi. E miseramente perde.
Dopo Razzi e Scilipoti, anche la
vestale-badante Michaela Biancofiore - con l’acca che fa shic e fa la
differenza - ha presentato la sua prima e ultima (ma non si sa mai) fatica,
"Il mio cuore oltre gli ostacoli", accogliendo gli ospiti con sigle
di cartoni animati (Lady Oscar) e immagini, importanti per la sua impeccabile
formazione.
Più che un libro autobiografico, sembra la storia del cartone animato degli ultimi
quarant’anni, che, come il sillabario, le tabelline, i dettati, Pinocchio e
Piccole Donne hanno accompagnato la sua notevole crescita fisica e il suo
sviluppo culturale. Insomma, allevata e
nutrita a pane e figurine.
In
pratica, ha finito di colorare il suo personale album da disegno e l’ha
stampato. E dice:
“Ripercorro, dal ‘70 ad oggi,
gli anni della nostra “Berlusconi generation” della quale fa parte anche Matteo
Renzi (ma no!). Molto spumeggiante, molto fresca, molto giovane.
Il mio incontro con Silvio
avviene a sei anni, quando capisco (precocissima) che questo signore simpatico,
in smoking e col sorrisone, era quello che aveva fondato le prime tv commerciali
e aveva dato vita a un sistema di plurinformazione (enfant prodige!).
E, da lì, dal fatto che Lui (maiuscolo)
mi ha portato i cartoni animati, ho imparato a seguire questo grande
personaggio.”
Una logica appena un po’
infantile, ma veramente ineccepibile: fulminata sulla strada del Cartone,
“galeotto fu il Cartone e chi lo scrisse…”.
Da lì, la vocazione e la chiamata al Regno del novello Geova
d’Arcore.
Sempre più innamorata, fedele e adorante la
prestante bionda, “cavallona” trentina.
Il suo ultra fanatismo, la sua folle
venerazione per il "signore col sorrisone", che oltre alle
televendite, le ha “portato” tanti bei Cartoni, non verranno mai meno.
Condanne,
imputazioni, scandali, sospetti e collusioni varie: per ogni fatto che spunta
alla ribalta contro il suo dio onnipotente, la giunonica Michaela con l’acca porrà
sempre le solite psicotiche argomentazioni.
Come ha fatto anche ieri, dopo la divulgazione delle gravi accuse del
“pentito” Emilio Fede.
Anche le mia figlie sono, più o meno, di
quella (solo temporale) berlu-generazione ma, per mia e loro fortuna, hanno
studiato molto, usano anche la testa e non le somigliano neanche un po’!
Pur
avendo visto, anche loro, Lady Oscar!
24 luglio 2014 (Alfredo Laurano)
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