La comunicazione non verbale svolge un importante
ruolo nel comportamento sociale dell'uomo. L'informazione fornita dalle parole
viene, a volte, smentita o contraddetta dai segnali non verbali che la
accompagnano.
Quando dobbiamo farci un'idea di una
persona, per esempio, facciamo riferimento, oltre a quello che dice, ai segnali
che ci manda, inconsapevolmente: i movimenti e le posizioni del corpo, i gesti,
l'espressione del viso, le inflessioni della voce, il ritmo e la cadenza delle
parole e ogni altra espressione non verbale, in ogni contesto.
Gli esseri umani lasciano trasparire anche
in questo modo il loro pensiero e le loro emozioni, in quanto la mimica
facciale è difficile da controllare spontaneamente.
Questo tipo di comunicazione comprende anche
gesti simbolici, come salutare con la mano o indicare qualcosa, segnalare
rabbia o esprimere ansia: i gesti delle mani, soprattutto per noi italiani, ne
sono una parte fondamentale.
Attraverso la mimica facciale esprimiamo
anche altre emozioni come sorpresa, paura, disgusto, felicità, tristezza.
Ciò che diciamo, comunque, è importante
quanto il modo in cui lo diciamo.
Per esempio, Renzi e le sue dichiarazioni. I suoi
programmi, gli annunci, le slide, gli spot: "Letta stai sereno"; "Berlusconi
game over"; "Non farei mai il Premier senza prima passare dalle
elezioni"; "Entro febbraio riforma elettorale e costituzionale; entro
marzo riforma del Lavoro; entro aprile riforma della PA; entro maggio riforma
del fisco; entro giugno riforma della Giustizia".
Entro Natale, tutti occupati e detassati, tutti
ricchi, felici e contenti. Ma questo, forse, era un po’ troppo e non l’ha
detto. Ma, qualcuno, magari, l’ha pensato o l’ha sperato.
Tante bufale sparate con spavalda
sicurezza, come fossero un dogma, un giuramento. Tante promesse rimaste, incompiute,
al nastro di partenza.
Più che la politica del “fare”, sembra la
politica del “dire”, del raccontare, dell’illudere. Più o meno, come faceva prima
un altro grande affabulatore, un certo Berlusconi, suo padre putativo.
L’importante è saperlo raccontare con scioltezza.
Apparire credibile, anche senza esserlo, tanto poi la gente dimentica e non va
a controllare.
L’altro giorno, guardavo il superbo puffo fiorentino fra la gente, rincorso in strada da varie telecamere ansimanti, e lo osservavo con attenzione, proprio dal punto di vista della comunicazione non verbale, di cui parlavo prima.
L’altro giorno, guardavo il superbo puffo fiorentino fra la gente, rincorso in strada da varie telecamere ansimanti, e lo osservavo con attenzione, proprio dal punto di vista della comunicazione non verbale, di cui parlavo prima.
Aria da guappo e da furbetto, da primo della classe, un po’ ruffiano.
Faccette e sorrisetti di circostanza,
atteggiamento disinvolto, passo spedito e sicuro, mani in tasca o protese in strette
di mano e saluti democratici alla gente ed ai bambini - come il papa, però
senza benedire – ma con gestualità ieratica, teatrale e alquanto esagerata.
Mimica facciale, smorfie, mosse premeditate e recitate come da copione preventivo; fronte e sopracciglio corrugati dal pensiero e dalla tante responsabilità.
Sempre di (finta) corsa, come si addice chi
ha poco tempo, troppo da fare, da studiare, da pensare. Diremo, faremo,
troveremo, vinceremo…..Convinzione e sicurezza, per battere incertezza e
diffidenza.
Quelle eloquenti immagini del corpo,
valgono più di una meticolosissima intervista a Porta a Porta.
Tutte quelle
espressioni non verbali, ma verissime e reali, raccontano in dettaglio un uomo,
una persona, un personaggio, coi suoi tic e le manie, che si è saputo costruire
come leader, ostentando fermezza, padronanza e competenza.
E che si è imposto alla pubblica opinione come profeta delle promesse e garante di successo.
E che si è imposto alla pubblica opinione come profeta delle promesse e garante di successo.
“Signori miei, sembrare è meglio che
essere, avrebbe detto Catalano. E anche Crozza.
27 luglio 2014
(Alfredo Laurano)
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