La ragazzina bionda che alcuni giorni fa - incoraggiata
dai compagni che si sono ben guardati dall’intervenire - era stata dagli stessi
ripresa in un filmato, mentre pestava una coetanea, è diventata, la "bulla
di Bollate": Giovi, la protagonista di un videogioco che
inneggia alla violenza e alle sue gesta: calci, pugni, arti marziali e frasi
deliranti.
E’ descritta come un'eroina, un esempio da
seguire: “è forte, è figa" e giù parolacce. "E' bona, è
brava: mazzate, mazzate"… “ci piace, ci piace”.
Un giochetto macabro per ottusi e decerebrati.
Raccapricciante più dell’episodio che lo ispira e del genio informatico che l’ha
creato.
Intanto, la madre della bulletta di
periferia si dice prostrata e addolorata: “Quello che ha fatto mia figlia è
indescrivibile. Io mi sento una nullità come genitore, in questo momento. La nostra
famiglia vive un incubo. Quando sarà possibile incontrarci, io cercherò di
scusarmi con la famiglia dell’altra ragazza. Ma quello che mi ha fatto più male
è stato il comportamento degli amici presenti: loro dovevano fermarla.”
Non è certo il primo caso, né l’ultimo di questo genere. Basta navigare sul web e sui social.
E solo un altro sintomo patologico del
degrado formativo e culturale del Paese.
A proposito…. ma Barbara D’Urso ancora non
l’ha invitata?
18 febbraio 2014 (Alfredo Laurano)
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