In cartellone c’è l’atto unico di Alexis
Tsipras che si “esibisce” davanti a tanti sostenitori, simpatizzanti e tifosi,
da tempo smarriti e assai delusi.
Molti sono nel foyer, dove ascoltano
l’audio diffuso dalla sala, e molti
altri sono rimasti fuori. Il pubblico è prevalentemente maturo, pochi i
giovani. Da Rodotà a Ferrero, da Mussi a Ingroia e insieme
ad alcuni dei sei promotori della lista italiana per Tsipras: Spinelli, Flores
D’Arcais e Guido Viale.
Qui, nel
settecentesco teatro dietro piazza Navona, a Roma - il più antico della capitale, ancora in attività - potrebbe rinascere la
speranza per la Sinistra italiana, dopo le tante amarezze, le divisioni e le
sconfitte elettorali degli ultimi anni. Questa è, comunque, la sensazione più
comune che si coglie negli occhi e nelle espressioni dei tanti spettatori,
abbondantemente e da sempre “paganti”.
Cavalcando la rabbia e il malcontento
sociale, il candidato alla presidenza della Commissione Europea - è riuscito a
riunificare la sinistra greca, portandola ad essere oggi il primo partito,
stando agli attuali sondaggi.
Tsipras, sorridente e pacato, ribadisce più
volte, tra gli applausi, che c’è bisogno di unità a sinistra, di sperimentare
misure per una crescita sostenibile, di porre fine all’austerity, con
l’obiettivo di mettere insieme quei soggetti sociali che il neoliberismo, oggi,
vuol dividere in Europa. Chiede che si rinegozi il debito dei paesi più poveri,
parla della Fiat, con le nuove sedi di Londra e Amsterdam, di Electrolux,
che vuole tagliare radicalmente diritti e stipendi degli operai, loda e
apprezza l’operato della Fiom, che difende lo statuto dei lavoratori.
Poi,
in un altro passaggio, cita Gramsci, Togliatti e Berlinguer e
conquista la platea.
Spero
proprio che lui ce l’abbia!
8 febbraio 2014 AlfredoLaurano
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