Pastasciuttofili
di tutt’Italia unitevi.
Pasta,
amore...e pomodoro: a Gragnano, capitale della pasta, questa fine settimana, la
festa per celebrare il più italiano dei cibi.
Tre
giorni di eventi, chef e ricette d'autore: la città dei pastifici va in piazza
e si racconta nell’undicesima festa che per l’intero paese che diventa una
pista da ballo e soprattutto un ristorante a cielo aperto, per celebrare un
prodotto rinomato da oltre cinque secoli (è datata 1503 la prima licenza
ufficiale concessa da Re Ferdinando II di Borbone a un "vermicellaro"
gragnanese).
La
pasta di semola di grano duro è molto più che un prodotto in un paese di 30mila
abitanti che da soli rappresentiamo il 14% dell'export nazionale e permettono all'Italia
di dettare stili di vita e regole alimentari, come la dieta mediterranea,
seguiti ovunque.
Acqua
e aria il segreto del successo della pasta di Gragnano.
In
questo luogo, eletto per la lavorazione e l’essicazione della pasta,
l'acqua proveniente
dai Monti Lattari è risorsa preziosa, sia come ingrediente da aggiungere alla
semola, sia come energia per far girare le macine dei mulini per la macinazione
del grano.
Inoltre
le brezze che puntuali soffiano dal mare fin dal primo pomeriggio consentono la
perfetta essiccazione del prodotto.
Il
vento è elemento così importante da aver influenzato la progettazione degli
spazi urbani: nella metà del 1800, in occasione della realizzazione di un nuovo
piano urbanistico, la larghezza delle strade e l’altezza dei palazzi furono
pianificati in modo da facilitarne il fluire e agevolare le operazioni di
essiccatura, che all'epoca erano all'aria aperta.
Ed
elemento essenziale erano anche le trafile in bronzo che, oltre a stimolare la
creazione di vari formati, conferiscono alla pasta una rugosità che favorisce
la cattura dei sughi.
In
questa zona, la pasta è stata ed è cibo, lavoro, prosperità e elemento di
quotidianità per tutti ed è ovvio volerla mettere al centro di una festa
collettiva.
Una
festa che per questa edizione vuol ricreare l'atmosfera della seconda metà
degli anni '50, quelli dell'inizio del benessere diffuso per gli italiani,
quelli simboleggiati dal mitico film Pane, amore e.… con Sofia Loren che
ballava il mambo di rosso vestita con Vittorio De Sica. Tra le luci e l’orchestra,
le signore sono invitate a ballare e a indossare abiti rossi, come la Loren
della celebre pellicola, tra gli stand di tutti gli 11 pastifici aderenti al
consorzio.
I migliori
cuochi del territorio si esibiranno nei piatti più tipici della cucina
napoletana: oltre alla Pasta al pomodoro (aglio, olio, San Marzano e basilico) -
cui è dedicata tutta la prima giornata dell'evento e la pasta "del giorno
dopo" - non mancheranno, il Ragù con
le candele e la Genovese con gli ziti, per dodici ricette di straordinaria
semplicità, ma mai banalità, come si conviene a Napoli e dintorni. (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento