L’irresistibile
magia del Presepe. Con i
suoi simboli e le sue rappresentazioni religiose e sociali.
Una
tradizione che inizia a Greccio, un paesino della valle reatina, la notte di
Natale del 1223, per desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario
naturale la nascita di Gesù a Betlemme.
Da lì in poi,
la rappresentazione dell’evento si diffuse in tutta l’Italia, in forme stilistiche e con l’uso di materiali diversi a seconda della provenienza geografica e delle tradizioni locali e popolari.
La fantasia ingrediente fondamentale per le ambientazioni, per ricostruire luoghi e paesaggi, sfondi, luci, prospettive e cura dei dettagli.
la rappresentazione dell’evento si diffuse in tutta l’Italia, in forme stilistiche e con l’uso di materiali diversi a seconda della provenienza geografica e delle tradizioni locali e popolari.
La fantasia ingrediente fondamentale per le ambientazioni, per ricostruire luoghi e paesaggi, sfondi, luci, prospettive e cura dei dettagli.
Da
allora, quel rito si perpetua ogni anno.
Più o
meno tutti, da bambini, insieme ai genitori, aprivamo il grande scatolone,
tiravamo fuori la grotta e le casette, scartavano le statuine, montavano le
luci, i fiumi e le montagne, cercavamo il muschio vero e profumato e davamo
inizio alla gran festa. Una liturgia collettiva, un gioco appassionante e
libero che diventava un cerimoniale assai sentito e creava quel clima di festa
e di autentica magia.
Fedele
alla consolidata usanza, si è inaugurata ieri, 10 dicembre, la XIX Mostra dei
presepi e dei diorami a Monte Porzio, curata dal Gruppo Amici del Presepe e
dalla Confraternita del SS. Sacramento.
La mostra,
diffusa, si snoda per le vie del Centro Storico, in tipici locali adatti a
presentare al meglio le opere, nella giusta atmosfera, particolare e suggestiva.
Nella
piazza, è stato collocato il Villaggio di Babbo Natale, con canti, musiche,
giochi e intrattenimento.
Poi, passeggiando tra le bancarelle di dolci e di prodotti
d’artigianato, tutti alla scoperta dei tanti magnifici presepi, a cominciare da
quello scenografico permanente, tanti diorami, tanta arte che rinnova e crea
sempre un’emozione, che fa rivivere ricordi e ci fa tornare un po’ bambini.
11 dicembre 2016 (Alfredo Laurano)
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