sabato 24 dicembre 2016

SE QUESTO E' UN PAPA

Era ora di cambiare le vecchie scarpe nere con le quali era partito da Buenos Aires, che ancora indossava anche da papa, invece di calzare quelle rosse, simbolo del pontificato.
Shopping natalizio anche per Papa Francesco che, l’altro giorno, di ritorno da una visita al Consiglio Pontificio, ha chiesto all’autista di fare una deviazione sulla via del ritorno verso Santa Marta: una puntatina via dei Gelsomini, sulla Gregorio VII, dove c’è una sanitaria piuttosto ampia e fornita di calzature ortopediche.
Voleva farsi un regalino di Natale, comprare un paio di scarpe nuove.
Una cosa normale per qualunque cittadino, un po’ meno per chi fa il papa: sorpresa, clamore, inevitabile scompiglio in quel negozio. Provate, misurate, pagate e tanti abbracci.
Esattamente come quando fece visita all’ottico di via del Babuino, due anni fa, per cambiare la montatura degli occhiali da vista che si era rotta.
Questo papa imprevedibile, che poi ha anche chiamato “Uno Mattina”, sorprendendo i basiti conduttori di Raiuno, aveva già pranzato con un gruppo di senzatetto per il suo recente compleanno.
Continua a dialogare con laici e cristiani, predica la carità e manifesta in mille modi la sua attenzione agli ultimi e agli emarginati e sta cercando di portare un nuovo vento di trasparenza nell’apparato della Chiesa.
Anche se, per alcuni, sa come parlare alla pancia della gente e la liscia per il verso giusto, secondo le regole di un moderno mix di marketing e religione.
In ogni caso, ci sta provando, come nessuno prima, e trasmette fiducia e autenticità.
Il suo continuo richiamo a una Chiesa francescana e all’orrore del denaro divinizzato e della guerra che tutto sporca, producendo sfruttamento e sofferenza, è la prova vera della sua profonda umanità.
No all’odio e alla paura, al fondamentalismo del Mercato, alla disuguaglianza, alla schiavitù economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza, in una spirale che sembra non finire mai.
Parla la nostra e la mia lingua.
Auguri a te, Francesco, ne hai bisogno!
 (Alfredo Laurano)


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