Non è solo stucchevole, è qualcosa di ignobile,
di vergognoso, al limite dell’abuso della credulità popolare e della collettiva
circonvenzione di incapaci, su scala nazionale.
Non bastano l’afa, il caldo torrido, i quaranta
gradi e l’umidità soffocante di questi
giorni a minare le stanche forze del corpo e del pensiero, anche il servizio
pubblico della TV di stato, leggasi Raiuno, si impegna profondamente a sciogliere
le residue risorse dell’intelletto, a liquefare le coscienze degli utenti
stremati e vacanzieri.
Ne avevo già parlato di recente, pensando fosse
un episodio, un momento di ilarità e folclore, di sano dibattito, ma mi
sbagliavo. Sono costretto a tornare sull’argomento, visto che lo scandalo
continua e si infittisce.
E’ in atto, da parecchie settimane, tutti
pomeriggi, una squallida crociata contro gli infedeli della razionalità e della
scienza, a favore del mistero e del prodigio: madonne, miracoli, veggenti e sensitivi.
Una deriva ormai senza fine, senza soluzione di continuità, che cavalca e
sfrutta le paure e il bisogno di soprannaturale della gente, un quasi
quotidiano viaggio verso l’oscurantismo.
Conducono questa controriforma del nuovo secolo,
che offende anche il senso del pudore e della sperimentazione sensoriale, una
coppia di neo-divulgatori dell’irrazionalità, due semi-incapaci balbettanti e
improvvisati: la gallina bionda padovana Eleonora Daniele, che fra la cantilena
e l’insopportabile birignao, si compiace di annunciare sempre l’esclusiva e il
piacione Salvo Sottile - il Clark Gable della Vucciria - che, coi baffetti da
sparviero e capello gelatinato a pera e ciuffo d’ordinanza, non fa che
stropicciarsi le mani ed ammiccare alle mature signore.
Tra storie di omicidi, fatti di cronaca e di
costume, gossip e tradimenti, diete, prove bikini e consigli per l’estate, non
può mancare il consueto spazio dedicato alle madonne: collegamenti, servizi,
testimonianze, interviste, ospiti di straordinaria importanza, reverendi chierici non stop, effetti speciali.
In studio, la solita pletora di improbabili
esperti e patetici opinionisti - i mughini, le luxurie, i cecchipaoni, le
criminologhe, le marchese sfatte e decadute - schierati nella farsa che
vuol’essere disfida.
Credenti e miscredenti, preti-star e laici da
baraccone, imbonitori e scettici si affrontano, con arroganza e presunzione,
in un crogiuolo di chiacchiere e banalità, di sovrapposizioni, di finte risse e
bestialità.
La padovana bionda, sempre cantilenando, aizza il penoso circo,
interrompe di continuo, smorza i rari spunti interessanti, non capisce, non
conosce tempi e pause di una interessante discussione. Desolatamente disagiata e imbarazzante.
E il popolo utente, confuso e sempre più disorientato,
a tali inquinate fonti, beve e si disseta. Si commuove, si esalta e si convince
nella sua beata ingenuità.
E’ la pedagogia dello stupore, del
sensazionalismo e del mistero, somministrata a buon mercato dal servizio
pubblico e da improvvisati autori, senza un minimo pudore e correttezza. Che
colpisce nel mucchio e non tutela i più vulnerabili o chi ha scarse difese
culturali. Anzi li sovrasta e li inibisce.
Ma, procediamo con ordine.
E’ assodato che esistono due categorie di madonne:
quelle che appaiono (più vanitose e narcise) e quelle che piangono lacrime di
sangue (più pudiche e riservate).
Stante la crisi di audience e di appeal di quelle
di Fatima e di Lourdes, è di gran moda, e in costante ascesa nella hit parade
delle visioni, la Gospa (madonna) di Medjugorie (giro d’affari di tremiliardi
di euro), che in quei luoghi dilaniati dal
feroce nazionalismo croato cattolico, viene incredibilmente chiamata “regina
della pace”.
Da notare e ricordare che, alla fine della
guerra che aveva provocato centomila morti, vent’anni fa, la Bosnia era completamente
distrutta, senza più attività produttive, con strade e infrastrutture
in rovina e gran parte della popolazione senza lavoro. Un solo settore
aveva ripreso a macinare utili a ritmi vertiginosi, la fabbrica
di miracoli di Medjugorje, che in breve tempo era tornata a essere una
miniera d’oro.
E allora dai con le apparizioni su
appuntamento e cieli che si oscurano, estasi mistiche, preghiere, suggestioni
collettive e manipolazione delle coscienze.
E’ un filone da sfruttare bene e a lungo
nella comunicazione e la Rai lo sa bene e se ne fotte di offendere e offuscare
le scoperte dell’Illuminismo. Il tanto, troppo spazio dedicato acriticamente
all’argomento magico-divino-circense la dice lunga sulla volontà di assopire,
condizionare e distrarre le menti.
Era il 1981, quando sei adolescenti del
posto dissero di aver visto su un sentiero “una figura femminile luminosa, tra
i 18 e i 20 anni, snella, alta circa 1 metro e 65, con viso ovale e
capelli neri, con una semplice veste azzurra e velo bianco, che scendeva verso
il basso, con i piedi su una piccola nuvola biancastra. Una corona con
dodici stelle dorate sulla testa”.
La descrizione è uguale a quella
dell’iconografia classica tramandata da quadri, statue e santini.
Oggi, quei giovani sono cresciuti, son
diventati adulti e veggenti a pieno titolo.
Sono
anche imprenditori di se stessi (hotel, pensioni e tour operator), ma
continuano a vedere la madonna e a divulgare i suoi messaggi, a dire il vero,
poco originali. Gli spettatori non mancano su quei sassi della impervia collina
delle apparizioni e Paolo Brosio, ormai del tutto perso in quella fede
integralista, è sempre in prima fila.
Ma grazie ai nostri eroi del miserevole palinsesto
estivo, scopriamo che conversioni, visioni
e guarigioni non mancano anche in tante altre parti di questa maltrattata
Italia, bigotta e medioevale, e sono prontamente esibiti a un pubblico
ammaestrato, nella ricca fiera delle allucinazioni.
Altre madonne appaiono in Calabria, a Oppido
Mamertina, il tredici del mese, alla nota veggente Teresa Scopelliti cui affida
messaggi e profezie, e il giorno quattro a Monfenera, in provincia di Treviso,
a Paola Albertini, veggente in carrozzella, che, invitata in studio, ha
dichiarato di vederla pure lì, tra monitor e telecamere. Ovviamente, glielo
hanno lasciato dire, senza nemmeno contestarla.
Un’altra Vergine Maria si mostra dal 1985, non so
bene in quale giorno del mese, a una specie di scugnizzo ridanciano, tale
Raffaele Ferrara, mistico analfabeta e calzolaio napoletano, che la incontra
appositamente a Oliveto Citra, un paesino di montagna in
provincia di Salerno, tra i resti di un castello abbandonato, presso il quale
si verificavano già precedenti apparizioni.
Ne parla come se raccontasse una avvincente fiaba per
bambini: una grande luce bianca che si apre e lascia intravedere la sagoma di
una bellissima donna con le mani aperte, in segno di abbraccio, vestita con un
manto celeste, una cintura dorata e appoggiata sopra una nuvola, con un bambino
tra le braccia.
Nella
piazzetta adiacente il castello, naturalmente, non poteva non nascere la sede
del comitato "Regina del castello".
Ce
ne sono molte altre di beate vergini che tralascio per comprensione ed
altruismo e, soprattutto, perché il cliché delle apparizioni è ripetitivo e
convenzionale, con marginali e trascurabili variazioni. Le modalità
d’intervento (abiti, luci, colori, nuvolette e fiori) sono più o meno sempre le
stesse, ormai consolidate e di routine.
C’è
solo da chiedersi come faccia la povera Maria a districarsi tra tutti questi
appuntamenti, in orari diversi, secondo la stagione e l’ora legale, senza
un’agenda, senza una segretaria, senza lo straccio di un tablet o di un
computer.
Nell’altra categoria mariana che la TV
pubblica propaga e racconta con passione, sono tantissime le statue che
inspiegabilmente, all’improvviso, piangono sangue: quasi sempre di gallina o di
capriolo.
Basti ricordare la madonna di Pantano
(Civitavecchia), quella di Siracusa e quella di Messina, che, dopo un letargo
di ben venticinque anni, ha ricominciato a versare lacrime.
Ma la novità di questi
giorni è l’ennesima statuina che, in una cappelletta pubblica di Auditore,
vicino Pesaro, ha cominciato a lacrimare appena l’anziana che l’accudiva è
passata a miglior vita.
La comunità, pressata, sollecitata, incalzata e
portata alla ribalta di Raiuno, è stupita, perplessa e sconcertata. Interviste,
riflettori e attenzioni mediatiche rafforzano credenze e superstizioni.
Veggenti, apparizioni e umanizzazione di
belle statue piangenti, immaginifiche fontane di spiritualità e magia, e
conseguente devozione e fanatismo popolare, affollano e inondano i palinsesti della
rovente estate.
Ma, per restare nelle gabbie dell’irrazionalità, del paradosso
e della voglia di trascendente, non si tralascia di ospitare anche, a tempo
perso, l’americano Craig Warwick che vede e parla con gli angeli e i defunti,
protetto e difeso, a oltranza e spada tratta, da un’altra perla di questa ieratica
e grottesca TV: l’inconsistente e vacua
Caterina Balivo, altra gallina mora, baciata e miracolata dal successo e
dalle raccomandazioni.
Tutto ciò accade - e questo è il vero
sacrilegio - senza invitare la pubblica opinione a stare attenta e a diffidare
di tutti coloro che giocano, a vario titolo, con il dolore e i sentimenti di
chi soffre.
Non
ci resta che (rim)piangere - senza lacrime di vero o finto sangue - Corrado,
Pisu, Tortora, Vianello, i Cetra, Samarcanda e la Televisione seria e
professionale di una volta.
17
luglio 2015 (Alfredo Laurano)
Lo Scientismo have arroganza di sostituire la religione, ma si illude perché l uomo e predisposto al sacro non alla scienza,,E chi siete voi ATEI da giudicare le apparizioni ? Perché vi danno così problemi i crocefissi? Lo Scientismo e finito atei
RispondiEliminaDi Medjugorje mi fido
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