E' una schifezza, un colpo di
stato, un ricatto. Non possiamo accettarlo.
Il cosiddetto negoziato fra la
Troika e la Grecia ha gettato la maschera. Non c'è nessun negoziato e il
problema non sono i soldi, i debiti, il Pil e simili. La posta in gioco è
l'umiliazione della Grecia e del governo Tsipras, la sostituzione di quest'ultimo
con un governo-fantoccio, il disciplinamento feroce della società greca e di
quella europea, la serrata della Troika attorno al totem delle ''riforme''.
Anche Ida Dominijanni,
prestigiosa firma del Manifesto, la pensa così. Come me, come tanti, come chi
ha a cuore le sorti della democrazia e della sovranità dei popoli e di quel
Paese, riconosciuto come culla
della civiltà occidentale, patria della filosofia e della cultura.
Alla
fine, l’Europa si è vendicata brutalmente del referendum di Tsipras, imponendo
misure più drastiche di quelle che lo avevano determinato. L’alternativa era uscire
dall'euro, come voleva Schauble, lo spietato ministro in carrozzella. Con il
ritorno alla dracma i ricchi sarebbero stati più ricchi e i poveri più poveri.
Tsipras,
il suo partito e il suo governo sono un problema insormontabile, un corpo
estraneo nell'establishment europeo così come è stato costruito dai detentori
del potere finanziario, un potere che sovrasta e orienta le istituzioni
nazionali ed europee. Sono il focolaio di un contagio che va spento ad ogni
costo. Tsipras non si piega ai diktat della Troika e allora la Grecia va
umiliata e lui cacciato, così da dare un esempio a quanti cominciavano a
pensare che un altra europa fosse possibile, vedi Podemos in Spagna.
E'
in atto uno scontro ideologico tra potere e democrazia. Le questioni economiche
sono pretesto e strumento dello scontro. Non possono tollerare un governo di
sinistra e temono il contagio di Spagna e Portogallo: la supremazia iper
liberista tedesca deve eliminare ogni governo non allineato.
“La scelta era tra l'intesa e
l'addio all'euro", ha detto Tsipras. Ha spiegato che
l'aumento dell'Iva è preferibile rispetto alla riduzione di pensioni e
stipendi, assicurando che questi non saranno tagliati. Ecco perché, alla fine,
Tsipras, tra la possibile salvezza del Paese e quella del suo partito, ha
scelto la prima.
E
l’Europa dei ricatti è già riuscita così a disgregare Siryza e la sua
compattezza. Ora farà di tutto per completare l’opera ed estromettere Tsipras,
già in crisi con il suo partito, e per colonizzare, definitivamente la Grecia.
Mentre
ieri la Francia festeggiava la rivoluzione del 14 luglio, la Germania, prima
imperiale e colonialista, poi hitleriana e nazista, poi socialdemocrazia della
vergogna - che deve ancora chiedere scusa per le nefandezze del nazismo - riaffermava la sua supremazia. Oggi, come ieri, l'egemonia
e l'arroganza tedesca dilagano in Europa e si esprimono mediante un mero
esercizio economico, per mano di plutocrati moderni, che generano miseria e devastazione
sociale e culturale.
La
Germania, a distanza di decenni, replica la sua storia utilizzando mezzi ben
più subdoli e globali rispetto al passato. Chi fermerà questa follia?
Dalla vicenda greca almeno
questo lo abbiamo imparato.
15 luglio 2015 (Alfredo Laurano)
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