"Ecco qui, come ogni sera, chi coi
gesti fa la gente divertire, questo Re dei Pagliacci, che ride e piange
nel suo mondo senza amor. Per un Re senza regno, che ha perduto la regina del
suo cuore, per guarire il suo dolore, lui regala a tutti un po'
d'ilarità."
La cantava Neil Sedaka, un po' di anni fa,
a quelli della mia generazione.
Ora, il tema del "Buffone", mai
tramontato o dimenticato, anche e soprattutto in ambito politico, è tornato di
grossa attualità, in relazione alla dolorosa vicenda greca.
Come sostiene Travaglio, con la consueta
arguzia, dipinta d'ironia, l’apoteosi l’ha toccata “Panorama”, dipingendo
Tsipras e Varoufakis come due clown da circo. Il che, per il settimanale di
proprietà del più grande pagliaccio che, a memoria d’uomo, abbia mai calcato la
scena politica italiana - appena condannato a tre anni per corruzione
(compravendita deputati) - non è davvero male. Del suo degno erede buffone, il
bulletto fischiettante e disinvolto e con le mani in tasca , stavolta, evito di parlarne, per cristiana
carità.
Ma la rappresentazione del governo greco
come un branco di dilettanti allo sbaraglio, vanesi e soprattutto “populisti”,
è un leitmotiv di tutta la grande stampa, italiana ed europea.
Varoufakis è quello che tiene la camicia fuori dai pantaloni, indossa la T-shirt in conferenza stampa, studia teoria dei giochi e gira in moto. Vuoi mettere i nostri politici che circolano su auto blu, aerei blu ed elicotteri blu senza mai toccare terra?
Varoufakis è quello che tiene la camicia fuori dai pantaloni, indossa la T-shirt in conferenza stampa, studia teoria dei giochi e gira in moto. Vuoi mettere i nostri politici che circolano su auto blu, aerei blu ed elicotteri blu senza mai toccare terra?
Tsipras
è il magliaro piacione e inaffidabile che rimpiange o fa rimpiangere Stalin,
difende le pensioni d’oro e la temibile corsa agli armamenti greca, e in Europa
fa il gioco delle tre carte.
L’idea che questi signori siano stati democraticamente eletti da un popolo che le ha viste e provate tutte (la dittatura dei colonnelli, i socialisti, i conservatori, i centristi, i tecnici) non sfiora più nessuno, in un paese – il nostro – piuttosto disabituato alla democrazia.
L’idea che questi signori siano stati democraticamente eletti da un popolo che le ha viste e provate tutte (la dittatura dei colonnelli, i socialisti, i conservatori, i centristi, i tecnici) non sfiora più nessuno, in un paese – il nostro – piuttosto disabituato alla democrazia.
Ma ciò che più sfugge ai nostri
trincia-giudizi in casa d’altri è la serietà, la dignità dei nuovi politici di
Atene. Che magari sbagliano ricetta economica (ma vai a sapere qual è quella
giusta: hanno fallito tutte, ma proprio tutte), però hanno il sacrosanto
diritto di essere messi alla prova: perché, nel disastro greco, non hanno
alcuna colpa, non avendo mai governato prima.
Chi
dà loro lezioni da Bruxelles o da Berlino ha colpe molto più grandi di loro,
visto che l’austerità ha peggiorato la vita e l’economia della Grecia,
esattamente come quella di quasi tutto il resto dell’Eurozona.
9
luglio 2015 (Alfredo Laurano).
Nessun commento:
Posta un commento