La serata all'Osteria della Ricciotta, promossa da Slow Food, si è svolta ieri con successo.
Come già detto nell’invito, l’osteria evoca
da sempre l’idea di un luogo in cui si sta bene, ci si sente a proprio agio:
quel senso di ospitalità che l’etimologia del nome stesso richiama.
E proprio la qualità dell’accoglienza
identifica la vera osteria, in cui il cibo è sostanza e si basa sulla scelta
dei prodotti utilizzati, sulla ricerca dei sapori, sulla valorizzazione delle ricette
e della tradizione.
Nell’accogliente clima conviviale, si sono
assaporati alcuni piatti della cucina tradizionale romana: una
cucina semplice, basata su ingredienti popolari, sapida, corposa e
autentica: “Pesce finto” e alice imbottita, Mezze maniche all’amatriciana,
Picchiapò con cicoria ripassata, Crostata con ricotta e visciole. In abbinamento:
Effatà e Tallitakum.
Tra una portata e l’altra, i rappresentanti
di Slow Food, Nicoletta Laurano e Roberto Muzi, hanno intrattenuto gli ospiti
illustrando le attività, le finalità e la filosofia dell’associazione.
Ecco
alcune note.
Fondata da Carlo Petrini nel 1986, Slow
Food è un’associazione internazionale senza fini di lucro.
Nata a Bra, oggi
conta 100.000 iscritti, con sedi in Italia e nel mondo.
Si propone di diffondere la cultura
alimentare, di sviluppare l’educazione sensoriale e del gusto, di tutelare le
biodiversità e le produzioni di piccola scala, di promuovere la qualità del
cibo buono per il palato, buono per l’ambiente e buono per chi lo produce. In
altre parole, “Buono, Pulito e Giusto”.
Il cibo racconta un volto, una cultura, un
territorio. Ha una storia e un’identità.
I disastri ecologici sono all’ordine del
giorno e spesso rivelano un atteggiamento irresponsabile e criminale nei
confronti dell’ambiente.
Per frenare il saccheggio della natura, Slow Food tutela la
biodiversità, che non è un concetto astratto, ma la vita stessa dei popoli,
della natura, del nostro pianeta.
E’ fatta di piante, uomini e animali.
Di
lingue, di culture e di cibo.
I suoi migliori custodi - contadini,
pastori, pescatori - rischiano di essere cancellati dalle regole del mercato
globale, dall’industria e dall’agricoltura di massa.
Per
questo è necessario rafforzare la comunità dei piccoli produttori, custodire i
cibi della tradizione e valorizzare i territori, creando nuovi modelli
economici.
Slow
Food significa anche dare la giusta importanza al piacere legato al cibo,
imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la
varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle
stagioni e del convivio.
Slow Food afferma la necessità
dell'educazione del gusto come migliore difesa contro la cattiva qualità e le
frodi e contro l'omologazione dei nostri pasti; opera per la salvaguardia delle
cucine locali, delle produzioni tradizionali, delle specie vegetali e animali a
rischio di estinzione; sostiene un nuovo modello di agricoltura, meno intensivo
e più pulito.
Slow
Food, difende i diritti dei popoli alla sovranità alimentare.
16
ottobre 2014 (A. La.)
Nessun commento:
Posta un commento