Una partita di calcio, anche se incredibile e avvilente, resta sempre una partita.
A chiunque dispiace straperdere: alla beffa si unisce la rabbia, l'umiliazione.
Ma quando scopri che un cinico destino ha spento per sempre quella rabbia, e forse un timido sorriso, sui volti di un bambino di sette anni, Christian, e del suo giovane padre Stefano che, dopo la disfatta sportiva (Roma-Bayen 1 a 7), tornavano tristi a casa per consolarsi con il loro grande amore, ti prende lo sconforto vero, il dolore vero, la rabbia vera.
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