domenica 8 giugno 2014

MONDIAL MERAVIGLIAO



Pochi giorni all’inizio dei Mondiali in Brasile. La Rai ce lo ricorda con cartelli quotidiani, esibiti da sorridenti giovani carioca: meno 8, meno 7, meno 6…
Ma non ci dice che dietro al grande circo del pallone, in quel Paese, che vive tra mille contraddizioni, squilibri, povertà infinita e servizi scadenti, con conseguente violazione dei diritti umani, c’è da tempo una rivolta popolare, repressa con brutalità dalla polizia e dai militari.

Per organizzare l’evento, hanno “ripulito” il Brasile con metodi barbarici, sfrattando migliaia di persone dalle proprie abitazioni e compiendo violenze gratuite.
I lavo­ra­tori bra­si­liani si nutrono di rab­bia per i costi assurdi e scan­da­losi delle opere del mon­diale più costoso della storia. Si parla di circa dodici miliardi di dollari.

Fiumi di denaro pub­blico sono stati spesi per stadi, aeroporti, strade e strutture - in zone spesso semi disabitate e che quindi non vedranno in futuro nessun ritorno economico - che non sono ancora finiti e per costruire i quali sono già morti otto operai.

Nulla è stato stanziato per la popolazione, per il sistema socio-sanitario che è al collasso, per l’istruzione e per l’emergenza abitativa. La protesta è diventata anche arte grazie ai murales che gli artisti di strada hanno dipinto in vari punti delle città.

Come denuncia Amnesty International, per realizzare la più selvaggia speculazione edilizia hanno cacciato fuori a calci le persone dalle loro case – spesso intere favelas - hanno espropriato terreni, hanno massacrato di botte migliaia di persone, molte ne hanno uccise… 

Il Brasile non è solo Pelè, Samba e Carnevale o belle chiappe di ragazze sulle spiagge bianche: quella è pubblicità, è l’immagine turistica di un Paese ricco e invitante. C’è anche un’altra realtà, ci sono le zone più malfamate, il narcotraffico, la delinquenza infantile e le famose Favelas, dove abitano, in assoluta povertà, milioni di brasiliani che non hanno niente e vivono di espedienti.

Ma anche le classi medie, la piccola borghesia e gli studenti soffrono il peso economico dei Mondiali e si uniscono agli scioperi e alla protesta.

Effetto Mundial! I biglietti autobus sono aumentati cinque volte, come il pane e quasi tutta la merce che si può comprare.
E il peggio verrà dopo, anche perché i benefici economici dell’evento, se ci saranno, andranno nelle tasche dei soliti ricchi.

Negli stadi, a vedere le partite, ci andranno solo loro ed i turisti.
Perché lo sport, il calcio….unisce! 
7 giugno 2014                                           
                                                            (Alfredo Laurano) 
                                                    

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