Dopo la Cina, il Brasile, seguito dalla Thailandia,
è al secondo posto al mondo per numero di baby prostitute, con circa
500mila minori coinvolte ogni anno. Quelle adulte hanno seguito dei corsi di
inglese e di comportamento per facilitare l’interazione con i turisti-tifosi in
arrivo per la Coppa del Mondo.
Si parla molto di sesso sicuro, di preservativi
gratis e di diritti, in particolare di quelli negati ai bambini più poveri,
spesso coinvolti in giri di prostituzione.
Secondo uno studio delle Nazioni Unite sulla
violenza nei confronti dei bambini, si stima che oltre 220 milioni di minori
nel mondo abbiano subito violenze sessuali o altre forme di sfruttamento.
Nel
30% dei casi le vittime hanno un’età compresa tra i 7 e i 12 anni, il 60%,
invece, ha tra i 13 e i 17 anni.
Anche se i tifosi non sono una specie particolarmente
a rischio, in determinate condizioni potrebbero trasformarsi in “turisti
sessuali occasionali”.
Il
timore è che in Brasile l’atmosfera festosa, la scarsa informazione, l’anonimato,
la disponibilità di dollari e il senso di impunità possano contribuire a spingere alcune persone a cercare
questo genere “passatempo”.
E i dati sono impietosi: gli italiani,
insieme a tedeschi e portoghesi, sono ai primi posti tra coloro
che scelgono il paese sudamericano come meta di turismo sessuale, a basso costo.
Solo per l’Italia, infatti, le statistiche
parlano di non meno di 80mila fruitori all’anno.
E’
una piaga sociale di notevoli dimensioni e ogni anno muove un giro di affari
intorno ai 100 miliardi di dollari.
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