L'informazione, come afferma la sociologia
attraverso le scienze della comunicazione, dà forma alla mente, disciplina e
insegna. Cioè, agisce su di noi, ci condiziona e ci modella.
Ogni giorno siamo bombardati, e spesso
confusi, da un flusso continuo di notizie vere, verosimili, false o costruite. Che
si inseguono, si accavallano, si smentiscono.
Informazione è qualunque notizia, dato,
messaggio o testimonianza di cronaca,
politica, costume, arte, sport, gastronomia, gossip che riceviamo attraverso la
comunicazione (di massa), sotto qualsiasi forma: stampa, radio, Tv, internet o,
anche relazioni non verbali e interpersonali.
E’ ciò che capiamo e percepiamo del mondo
intorno a noi, degli eventi e delle tracce che lasciano.
E’ conoscenza,
intuizioni e scoperte che facciamo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Tutto questo, però, non costituisce e non
rappresenta la realtà vera ed assoluta, ma una o buona parte di essa: cioè
quella che rientra nell’inquadratura della virtuale macchina da presa del
regista-operatore della comunicazione che ci mostra ciò che lui sceglie e
ritiene utile e opportuno, o gli fa comodo, e trascura, esclude o nasconde il
resto. Il cosiddetto fuori campo che invece, spesso, aiuterebbe a capire molto
e di più.
Una porzione di verità, quindi, che egli identifica secondo esigenze politiche,
individuali, di tempo, di spettacolarità.
Non aspettiamoci la tanto sbandierata
oggettività: non esiste. Anche se raccontiamo un banale fatto a un amico, siamo
portati, per natura, a interpretarlo.
Come fa, peraltro, un altro classico strumento
audiovisivo per alterare il vero: il montaggio, in postproduzione. Lo dimostrò
per prima la scuola cinematografica sovietica con il regista Pudovkin e con il
grande Eisenstejn. Cioè, disponendo (“montando”) quadri e sequenze di un girato
in un ordine tale che conferisca al prodotto finito un significato anziché un
altro: spostare, anticipare o posporre una inquadratura, una soggettiva o un
piano d’ascolto cambia o inverte totalmente il senso della narrazione.
Anche nell’informazione, il montaggio -
raffinata tecnica che esalta la personale creatività del comunicatore - incide
significativamente nel confezionamento dei fatti da riferire. E si può effettuare
anche in diretta, con una diversa scelta temporale delle inquadrature, dei
campi e dei dettagli (v. dirette televisive).
Nelle società democratiche, fondate sulla
libertà di pensiero e di espressione, l’industria culturale, per esigenze economiche
e di gestione del potere, e avvalenosi di questi mezzi, esercita una forma di persuasione
sottile e indiretta dell’opinione - una volta si diceva occulta - orientando il
pubblico ad una visione del mondo e delle cose quanto più possibile pianificata
e guidata, in modo da suggerirgli ciò che deve volere o credere di volere.
Dunque, la realtà è ciò che vede, crede di
vedere o vuol vedere la maggioranza delle persone.
Esempio classico sono gli spot pubblicitari
e certi telegiornali filogovernativi (alla Minzolini), spesso molto simili fra loro. E’
difficile e improbabile che il TG uno, principale notiziario nazionale, si
metta a remare contro il governo, destabilizzi le istituzioni o faccia
un'informazione che disturbi la maggioranza. Il CDA della Rai è di nomina politica.
O che i canali Mediaset diano addosso a
Berlusconi.
Certo,
questa conclusione è amara, ma, come scrisse Italo Calvino, “Se si comincia a
dire che l’umanità è votata all’idiozia per via della televisione, della
pubblicità e degli elettrodomestici, si finirà per concludere che l’umanità era
più vicina alla saggezza e alla grazia quando, al posto della televisione,
c’era il parroco del villaggio, al posto della pubblicità la superstizione, al
posto degli elettrodomestici il vaso da notte”.
Forse, dipende da noi e dalla nostrà
volontà non essere troppo manipolati.
Dobbiamo sforzarci di trovare conferme e fonti
alternative, denunciare l’inganno, svelare la frode, scorgere la verità nel
dubbio costante e tra le pieghe. E nel
non dare mai nulla per scontato e vero solo perché…........ “...l’ha detto la televisione! ”
3 settembre 2013 (Alfredo Laurano)
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