Epopea berlusconiana o solo un ’operetta?
L'altalena di affermazioni, smentite, ipotesi,
annunci e proclami è finita.
O così
sembra.
La giostra della discordia e dei contrasti
si è fermata e le larghe intese sono state all’improvviso disattese. I ricatti
sono diventati diktat.
Dopo settimane di polemiche e di contraddizioni
quotidiane, di scenette e siparietti da teatrino e canzoncine da operetta, è
arrivato perentorio l’ordine: è crisi di governo, l'ultima del caimano, che ha
ritirato per vendetta personale i suoi sudditi ministri.
Un paradosso! Della logica e della
politica. Bizarro e sorprendente, ma pur sempre nelle corde dell’ormai confuso sovrano
incantatore delle masse che, a mio avviso, non ha nulla da guadagnare sul piano
personale e giudiziario. Anzi….!
Fra qualche decennio, come dice il mio
amico Antonio, gli storici guarderanno a quest'anno come a uno dei peggiori
della storia d'italia. Solo macerie e devastazioni per la follia politica di un
miliardario egocentrico e per l'incapacità di una alternativa di sinistra,
divisa su tutto, tranne che nel difendere le poltrone e
i privilegi.
Io sono d'accordo, ma il grave rischio è
che nei libri di storia sarà magari ricordato più come vittima e perseguitato
dagli aguzzini magistrati comunisti, che per tutte le sue malefatte: un insigne
statista cui è stato impedito di governare e di salvare la patria, nonostante
il consenso di dieci milioni di seguaci (ai tempi migliori).
Processi, condanne, corruzione e bunga
bunga, da salotto, da letto o da governo, cadranno forse in prescrizione nei
ricordi e sulle pagine di storia o saranno un piacevole contorno, magari
sfizioso e piccantino.
Appresso ai folli, ai narcisi, agli
esaltati onnipotenti, nella vicenda umana, di altri folli subalterni, pronti al
sacrificio e al masochismo ce ne sono a frotte.
E rappresentano il maggior pericolo di contagio
e di epidemia, in quanto scorie tossiche del fenomeno, a lungo permanenti. Fino
a farne un mito.
Anche
oggi, infatti, è così. Tutto contribuisce alla sua creazione, determinando con
l’uso e con l’abuso del berlusconismo, l’eponimo di un ventennio di passioni
insane e di scelleratezze.
O sarà raccontato, nella migliore delle
ipotesi e come suggerisce sempre il mio amico Antonio, per i favori ricevuti da
Craxi per le frequenze TV, per i Mangano assunti, per i giudici corrotti e le
sentenze comprate, per la compravendita di parlamentari, per le rogatorie
internazionali e i falsi in bilancio, per le minorenni usate per le sue manie
sessuali, le figuracce internazionali, gli amici che hanno lucrato sugli
appalti dell'Aquila, per i numerosi processi, le condanne, le prescrizioni e per
il menefreghismo dimostrato in un momento drammatico per l'economia del Paese.
Questo è l’illuminato "statista"
che verrà ricordato?
Non ne sarei così sicuro: sarebbe un
racconto dei fatti troppo incredibile per essere vero agli occhi dei posteri lettori
e di chi giudicherà.
Anche se tutto ciò è reale, concreto e sacrosanto.
Dipenderà da chi scriverà le sue memorie,
la sua biografia (oggi è il suo 77° compleanno), il libro nero delle sue
mascalzonate. Oltre ai giudici, agli avvocati, ai parlamentari, i mediatori, i
magnaccia e all’ infinito stuolo di mignotte - che ha a sempre avuto a libro
paga - sicuramente cercherà di pagare e di corrompere pure gli storici e i loro
eredi, magari, con scrittura notarile o testamento olografo.
Poi, va anche considerato che gli italiani
sono "scordarelli": qualcuno ancora rimpiange il duce o lo ricorda,
con nostalgia e non poca ammirazione, solo, o soprattutto, come grande
riformatore.
Anche Silvio potrebbe quindi diventare una
leggenda!
Non sappiamo, forse, che è stato il più
grande statista degli ultimi 150 anni? Più di De Gasperi, Moro e Berlinguer? Ipse
dixit.
Certo che lo sappiamo. L’abbiamo visto e ce l’hanno anche confermato a “Oggi le comiche”.
29 settembre 2013 (Alfredo Laurano)
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