Quasi finta, segnata, irreale.
Come se in campo giocasse anche il Pibe de Oro.
Una squadra smarrita, peraltro decimata da assenze ed infortuni, arrivata al S. Paolo, solo per tributare un omaggio al grande Diego e alla sua città d’adozione, per assecondare e celebrare un mito, facendosi addirittura umiliare.
Una squadra assente, bloccata, irriconoscibile e rassegnata, che il cinico, impietoso calendario del campionato ha scelto come vittima sacrificale, consapevole del suo ruolo, proprio pochi giorni dopo la scomparsa di Maradona.
Napoli e il Napoli, in maglia simil-argentina, non potevano che vincere - ma non necessariamente stravincere - proprio per omaggiare e non offendere la memoria del suo più grande, straordinario simbolo e campione.
Poteva mai perdere quel Napoli che fu di Maradona, deludendo tifosi già tristi, piangenti e distrutti da cotanta disgrazia?
E la Roma, questa Roma acerba, umorale ed insicura, l’ha capito e ha pagato virtualmente pegno, come da copione immaginario. E si è lasciata travolgere in una partita senza storia, se non quella che onorava Maradona.
Ha pagato amaramente il suo caro prezzo alla divinità partenopea.
30 novembre 2020 (Alfredo Laurano)
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