venerdì 9 ottobre 2020

ROMA PRATI: PEDANE E BISTROT

Ormai, ce ne sono ovunque, spuntano come funghi anche, se non piove, in qualsiasi angolo del quartiere. Presumo, sia così, o quasi, anche in altre città e regioni d’Italia.

A Prati, chiese e ristoranti abbondano da sempre e, fino all’altro ieri, i locali gastronomici si moltiplicavano a dismisura. Ora, sono tutti dotati di estensioni esterne in legno, con ombrelloni, tende e, spesso, fioriere.
Amate e odiate per la loro duplice natura, salvifica e spaziale, le pedane-gazebo, da quando sono comparse legittimamente (una delibera del Comune consente a bar e ristoranti capitolini di aumentare l’occupazione di suolo pubblico, marciapiedi e strisce blu compresi, fino al 50% nel centro storico e fino al 70% nelle altre zone della città) hanno diviso gli umori dei cittadini: c’è chi le accetta perché, in era Covid, permettono agli avventori di mantenere le distanze di sicurezza e di stare all’aperto. Dall’altro lato, ci sono invece gli automobilisti che si disperano, più di prima, per cercare un parcheggio.

Per molti, queste piccole isole gastronomiche, che, soprattutto di sera, illuminate, ricordano le strade parigine con i loro innumerevoli bistrot, sono esteticamente gradevoli e migliorano il decoro stradale e la percezione del quartiere.

D’accordo sul giudizio estetico, ma le macchine, che sono tante e già esistevano, dove le mettiamo? Ulteriore sosta selvaggia, con vetture in doppia e tripla fila, sui marciapiedi e agli angoli delle strade e degli incroci? O le smontiamo e ce le portiamo a casa, le rottamiamo o le abbandoniamo nelle campagne e nelle periferie? Poi, giriamo tutti in bus, bicicletta e monopattino, anziani compresi? Quante centinaia di posti auto sottrae una pedana, pur bella ed invitante?

D’accordo anche sulle misure per agevolare bar e ristoranti, già in forte crisi per il lungo lockdown, a riprendere l’attività, il lavoro e non rischiare la chiusura, ma tutti gli altri esercizi e settori commerciali, che sono tantissimi, e altrettanto penalizzati economicamente dal Covid, chi li aiuta? (Alfredo Laurano)

 

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