A
Venezia, 1.143 euro per quattro bistecche, una frittura di pesce e due calici
di Amarone.
Il
locale, l’Osteria Da Luca, vicino piazza San Marco, ha presentato questo conto a
quattro studenti giapponesi, senza neanche emettere lo scontrino fiscale. I
giovani hanno pagato con carta di credito e poi, una volta tornati a Bologna,
loro città di studio, hanno denunciato tutto alle Fiamme Gialle. La
"strisciata" della carta ha costituito la prova incontestabile del
salasso lagunare, che sarebbe meglio definire truffa, al quale è seguita una
multa altrettanto pesante, da 20 mila euro, ai gestori.
L’osteria è stata sanzionata dopo i controlli effettuati nel locale, gestito da una famiglia cinese (ci copiano pure questo!), dalla polizia locale, dai carabinieri del Nas e dagli ispettori dell’Asl. Non sono però state riscontrate irregolarità tali da portare alla chiusura del locale.
Le
verifiche hanno riguardato anche la conservazione dei cibi, l’esposizione delle
tabelle merceologiche, la regolarità della struttura rispetto alle norme
sanitarie, le condizioni dei servizi destinati al pubblico e gli spazi usati
dal personale che lavora nella trattoria.
Non
è certo la prima volta che accadono queste estorsioni a “conto libero”, non
solo a Venezia, ma in tutte le città d’arte, dove c’è sempre qualche furbetto
che sfrutta sfacciatamente il suo mestiere di imbroglione nel settore della
ristorazione.
Non
sarebbe sanzionabile, infatti, un altro locale veneziano dal conto
particolarmente salato, la Trattoria Casanova, che per due primi, un secondo e
due bottiglie di acqua ha fatto pagare 315 euro ad altre tre studentesse
giapponesi.
Ma
ce l’hanno tutti con questi adoratori del sol levante che, per disperazione,
dovrebbero mangiare solo sushi?
Intanto
sulla vicenda hanno preso posizione anche le associazioni di categoria e quelle
a difesa dei consumatori. A sostegno della qualità offerta dagli operatori e,
come strumento utile per i clienti, L’Ascom propone di creare un marchio legato
al codice etico, con il patrocinio comunale: una vetrofania da esporre nel
proprio locale garantirebbe correttezza e qualità e farebbe sentire il turista
tutelato.
Al
contrario, il Codacons lancia invece l'idea di un bollino nero per segnalare chi
si approfitta dei turisti: di fronte al ripetersi di casi analoghi, che a
Venezia si ripresentano con una frequenza sconcertante, chi truffa o tenta di
truffare i clienti deve essere immediatamente individuabile, attraverso
l'obbligo di affissione di un apposito bollino sulle vetrine e agli ingressi di
ristoranti e negozi.
Considerato
il grave danno che la vicenda gastronomica dei quattro giovani giapponesi sta
comportando all’immagine della città e alla sua capacità di accogliere chiunque
desideri vivere a Venezia un’esperienza di arte e cultura, l'Associazione
Venezia Albergatori ha deciso, comunque, di offrire un pernottamento di due
notti in un hotel a 4 o 5 stelle ai giovani malcapitati.
Una
sorta di tardivo risarcimento, di fronte all'ondata di indignazione che in
pochi giorni ha raggiunto tutto il mondo e offeso il turismo, le gondole e
tutti gli italiani.
(Alfredo Laurano)
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