Con un guizzo sul filo di lana, a pochi
minuti dal voto in senato, Silvio ha annunciato, a sorpresa, il suo voto di
fiducia, spiazzando tutto e tutti. Ha sparigliato le carte già distribuite, a
partita già iniziata, e ha scombinato il governo e lo stesso suo partito.
Dopo una notte insonne e una mattinata
convulsa e drammatica che ha visto delinearsi, concretamente, all’orizzonte una
nuova formazione scissionista, costola del PDL; dopo aver visto e contato i
numeri effettivi; dopo aver capito di aver perso la battaglia, la credibilità
politica agli occhi del suo stesso elettorato e messa in discussione la
leadership di padrone onnipotente, Silvio si è arreso.
Ci ha ripensato in extremis nel tentativo
di evitare e, soprattutto nascondere, una sonora sconfitta politica, di
recuperare l’abito del pacificatore e di arrestare l’emorragia all’interno
delle sue truppe.
Un colpo di teatro che non nasconde,
tuttavia, una evidente tattica di disturbo che tende a mettere in difficoltà
governo e PD.
La nuova formazione a sostegno del governo -
annunciata ufficialmente ma, al momento, non sappiamo ancora se verrà di fatto
costituita, dopo il colpo di scena - toglierà, o avrebbe tolto a Berlusconi
ogni possibilità di ricatto e condizionamento, avendo il governo Letta, di per sé,
una nuova maggioranza e i numeri sufficienti per legiferare.
Sarebbe, o sarebbe stato emarginato a un’ insignificante
opposizione.
Un ripensamento, quindi, utile pro-domo sua
e per le sue strategie da biscazziere della politica. Per poter contare ancora e
dire la sua.
Molti, dalla sua parte, lo stimeranno più
di prima e ne apprezzeranno l’evangelico spirito di sacrificio, da martire immolato per
il bene supremo del Paese.
Resta il fatto che, grazie a questa astuta mossa,
ancora una volta il governo non può deberlusconizzarsi e noi saremo ancora la
barzelletta del mondo occidentale, dopo la farsa.
2 ottobre 2013 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento