Rifare, rinnovare, rifondare, semplificare,
rottamare.
Sono le parole d’ordine di Matteo Renzi
alla Leopolda di Firenze, in queste ore. Qui parte e si delinea la strategia
che lo porterà, fra poco più di un mese, alla Segreteria del Pd.
“Diamo un nome al futuro” è lo slogan della
manifestazione”, mentre sul palco compongono la scenografia una lavagna, una
bicicletta, una Vespa e una vecchia cinquecento, simboli del passato buono
dell’Italia che non vanno rottamati, come invece le persone e la vecchia
dirigenza. Saggezza, competenza ed esperienza non sono più valori e vanno
smantellati e demoliti in blocco, senza distinzioni. Col rischio di buttare via
il bambino con l’acqua sporca.
Ma che importa, tanto: “l’è tutto da
rifare!” – diceva un altro toscanaccio, il leggendario e grande Ginettaccio.
In un’atmosfera teatrale, neo-romantica e
futurista al tempo stesso, ognuno può intervenire e raccontare in quattro
minuti la sua idea di futuro.
Archiviare Berlusconi e gli ultimi
vent’anni e guardare avanti, verso un’Italia nuova, che non soffochi di
burocrazia, che riduca i parlamentari e faccia le riforme. Cento tavoli,
coperti da slogan motivazionali, sono dedicati alla discussione su temi di
attualità: dalla giustizia, al lavoro, alle pensioni, alla scuola all'ambiente.
Al meeting nella vecchia stazione, tutto è
fico e stimolante, trasmette sicurezza e incentiva alla fiducia.
Ottimismo e pragmatismo si respirano
nell’aria e si concretizzano in parecchi baldanzosi atteggiamenti del
puffo-scalatore fiorentino, che parla come Panariello e si veste e si cadenza
come Fonzarelli.
Stile, tratto, mimica, movenze, intonazioni
e abbigliamento (le maniche arrotolate di camicia comunicano efficienza)
tradiscono superbia e una certa falsità.
Padrone della scena, sembra recitare con
scioltezza un copione sicuro e collaudato. Si coglie, anche, un prematuro e
convinto sapore di vittoria in quei modi
da spregiudicato, e impavido guascone.
Nella sua Firenze, per chi non lo sapesse,
ha già ridotto gli assessori e le auto blu. E gira in bicicletta…che fa tanto
“trendy” e anche un po’ “cool”. Una volta, si diceva fa moda, fa tendenza…Ma, tant'è!
Tutto è troppo facile per lui. Niente dubbi
e indecisioni, solo solide certezze. L’aria da guappo, il piglio del prode
condottiero, incantatore di folle trasversali. Da leader nato e predestinato,
fin da quando, nel 1994, giocava in TV alla ruota della fortuna con Mike
Bongiorno.
Dalla Leopolda, oggi, prende la rincorsa per inseguire e far girare
un’altra ruota, ben più importante e impegnativa, una difficile scommessa per
tutti i cittadini.
Ma senza simboli e bandiere, perché Matteo
parla e predica “anche (o soprattutto) ad altri mondi”.
A
quello di Sinistra, però, nemmeno l’ombra.
26 ottobre 2013
AlfredoLaurano
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