Arrancano, barcollano, annaspano, si
dimenano convulsamente, si contraddicono….
Non sanno proprio come salvare il soldato
Silvio.
Tra un paio di settimane la Giunta delle
Immunità dovrà concludere l’iter per la verifica dell’incompatibilità del
condannato con la carica di senatore e portare in Parlamento la
votazione per estrometterlo dal Senato.
Tutti quelli del PDL criticano la fretta
con cui si è calendarizzato il provvedimento.
Ma non lo sanno che appena la
Corte d’Appello di Milano avrà quantificato il ricalcolo dell’interdizione dai
pubblici uffici – che sarà inevitabilmente da uno a tre anni, anziché i cinque
già previsti nella precedente condanna – Silvio sarà comunque decaduto da ogni
carica pubblica? Forse si spera in un rinvio nella pronuncia – prevista in
ottobre - o in un ulteriore abbuono? O in un miracolo di San Giorgio (Napolitano)?
Paradossale appare, infatti,
l’atteggiamento della Ravetto e dei suoi degni compari, che dopo aver votato la
legge Severino – che stabilisce che chi riceve una condanna superiore a due
anni di reclusione debba lasciare il Parlamento e non possa ricandidarsi – la
scoprono, inopinatamente, incredibilmente…. incostituzionale!
Nemmeno i bambini più paraculi e prepotenti
o gli imbroglioni di mestiere sconfessano così spudoratamente le regole che si
sono appena date, quando colpiscono uno di loro!
La faccia va salvata da un minimo di
coerenza. Ma questi....la faccia la lavano nel bidet.
Comunque, in questa ridicola farsa
all’italiana, ogni fine politologo, ogni saccente da talk show di periferia, ogni esperto
stratega ammantato di saggezza cerca, inventa, propone, consiglia una soluzione
originale, dal finale sorprendente.
Sallusti attacca ogni giorno il giudice
Esposito (agg..io passato ‘o guaio!) - che ieri ha annunciato ancora una volta
querele per i titoli del Giornale - nella speranza di inquinare la sentenza della
Cassazione, come se fosse una delibera, priva dei millesimi di maggioranza, di
un rissoso condominio.
I suoi lucidi lettori sono avvelenati e
caricati a pallettoni dalle sue parole e ingiurie, proprio come quelli del
bellicoso condominio.
Pochi giorni dopo l’affondo di Gianpaolo
Pansa su Libero “Berlusconi non ha futuro”, si aggiunge l’opinione di un altro
fedelissimo del Cavaliere, l’editorialista Vittorio Feltri, che in un’intervista
al Fatto Quotidiano dice: “Silvio è finito, questa è la verità. Non esistono vie
d’uscita. La grazia non sta in piedi, l’amnistia è esclusa. Il Parlamento, poi,
non si lascerà sfuggire l’occasione per togliersi dai piedi il nemico di sempre.
Capisco la tigna, sul piano emotivo, umano, psicologico: ma non lo porterà da nessuna
parte. Questa volta credo sia davvero finita. Lui resterà convinto fino alla
fine di poter trovare una scappatoia, ma io non la vedo”. Sembra un giudizio
netto e senza appello, che non può essere frainteso.
Il Guru Ferrara, invece, vede due strade: rompere
alla ricerca della rivincita elettorale, oppure esercitare dai domiciliari, pur
“umiliato” come un comune delinquente, il suo indispensabile ruolo di leader
effettivo della maggioranza di governo.
Un’impostazione che sarebbe ottimale anche
per l’ex ministro Urbani che spiega che andare ai domiciliari “sarebbe la cosa
più saggia e da lì diventare l’alfiere del governo che finalmente cambierà il
Paese, continuando a sostenere Letta e le larghe intese.”
Alfano, Gasparri, Cicchitto e Santanchè si
stuzzicano, si pungono, si guardano in cagnesco, in attesa di un futuro incerto,
della taumaturgica riesumazione di Forza Italia e della assai improbabile
resurrezione del loro dio.
In questo calaginoso appannamento della
ragione e del senso del ridicolo, il più imbarazzante è stato il simpatico
“comico apprendista” Luigi Amicone - che ieri sera, durante la trasmissione di
Telese su La7, dopo aver confessato che da bambino è stato comunista
(!!!), ha paragonato Berlusconi al Che
Guevara della libertà e la magistratura e il governo Letta al governo militare
boliviano che lo volle morto.
No, non era a Zelig o a Colorado o a Crozza
nel Paese delle Meraviglie.
Era al meeting di Rimini di Comunione e
“Disperazione”, come dice il suo collega comico Beppe Grillo….appunto, nel
paese delle meraviglie.
Il nostro, non quello di Crozza!
22 agosto 2013
Alfredolaurano
Nessun commento:
Posta un commento