Troppe tragedie della disperazione,
ormai quasi quotidiane, evidenziano il disagio sociale e la tensione che vive e
respira il nostro paese.
Riferiscono dell’esasperazione
crescente di tanti cittadini che non sanno più come sopravvivere alla crisi, alla
perdita del lavoro, al fallimento delle loro piccole imprese. Rivelano tutta la
disperazione di chi non sa come andare avanti e come arrivare a fine mese. Di chi
non vede vie d’uscita e che non ha futuro.
E decide di uccidere, di uccidersi o
di arrivare a compiere gesti eclatanti e clamorosi.
Come quello
di ieri di Perugia, l’ennesimo, o di tanti altri dei giorni scorsi.
Non si può più ignorare il clima
sociale insostenibile cha fa da sfondo ad ogni apparente dramma della follia, all’azione
di un pazzo squilibrato.
Né sottovalutare e tacere l’insensibilità
delle strutture pubbliche o private che, regolamenti alla mano, decidono o
rifiutano, con cinismo e indifferenza, di dare finanziamenti, aiuti e sovvenzioni
e, quindi, di sostenere o rovinare la
vita delle persone. Peraltro, pesanti tasse e burocrazia perversa scoraggiano e avviliscono
chi vuole in qualche modo lavorare e stare in regola.
Sullo sfondo poi, a far da degno panorama,
uno squallido sistema di potere, infettato
da dilagante corruzione e privilegi, che accresce la rabbia e l’impotenza di chi è o si sente vittima di soprusi ed
ingiustizia ed è abbandonato al suo destino. Ma che con quel sistema sporco ed
immorale deve comunque, per disperazione, confrontarsi per cercare soluzione al
suo conflitto esistenziale.
A volte, dall’esito fatale.
All’orizzonte, nessun segnale
positivo, né un sottilissimo filo di speranza.
7 marzo 2013
AlfredoLaurano
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