Nel dibattito sulla fiducia al governo Conte, ieri, alla Camera, si è vissuto un clima di particolare violenza e di odio, fra le parti, ma soprattutto dalle opposizioni, sempre più volgari, minacciose e triviali. Il discorso e la replica del Presidente del Consiglio, al contrario, erano stati improntati, come sempre, a grande serietà, a un certo stile, a eleganza, pacatezza, umiltà e senza un briciolo di arroganza. Fino, addirittura, all’invocazione di aiuto, quasi evangelica, rivolta a tutti gli uomini di buona volontà e consapevolezza: “Aiutateci!” …a far ripartire l’Italia, a battere la crisi sanitaria, economica e sociale.
Dai banchi degli ortolani seminatori d’odio, invece, a un certo punto è partito il coro: "Mastella! Mastella!": il centrodestra si faceva così beffe del discorso di Conte, evocando il sindaco di Benevento, in campo, in queste ore, come spontaneo mediatore e reclutatore di possibili “responsabili”.
Tra gli interventi i più duri, offensivi e triviali, come quello del rozzo leghista Borghi - "Presidente Conte, lei se ne andrà quando la montagna di guano che è stata accumulata sotto il tappeto sarà così enorme da non poter essere più nascosta. Ve ne andrete come chi lascia la casa dopo averla occupata, aver distrutto e rubato tutto, dopo aver defecato al centro della stanza. Da parte nostra non c'è fiducia, ma compassione per quello che sta facendo" - si è distinto quello della “patriota” Giorgia, madre, cristiana e insolente sorella d’Italia.
“Avvocato Conte, stamattina io mi sono vergognata per lei, non solo per quell’Aiutateci che tradiva la sua disperazione, ma per il mercimonio che ha inscenato in quest’Aula nel tentativo “di darne dignità”.
Avvocato Conte, lei è stato primo populista, poi ortodosso europeista, prima di destra, poi di sinistra poi di centro, ma anche socialista e liberale. Prima a favore e poi contro l'immigrazione illegale, la Tav, quota 100...prima amico e poi nemico di Salvini, ma anche di Renzi e pure Di Maio. Qualsiasi cosa pur di rimanere dov'è. Il suo barbatrucco è di presentarsi come quello che vuole ricostruire l'Italia dopo averla distrutta, governando con un gruppo di disperati, che chiama costruttori. Lei pensa di risolvere tutto, aggiungendo Mastella e di Maio?
Mi piace pensare che in Parlamento ci sia ancora qualcuno che teme il giudizio implacabile che la storia inevitabilmente riserva. Se lei avesse a cuore il destino di questa nazione, si sarebbe già fatto da parte. Questo è il tempo dell'orgoglio, dei patrioti. della libertà, di un'Italia all'altezza della sua storia e che voi non rappresentate”.
Questo lo sguaiato delirio dell’invasata Meloni, urlato al mercato di Monte Cicoria, con le giugulari del collo ingrossate, per lo sforzo ed il furore, e con gli occhi spiritati, fuori dalle orbite.
La migliore risposta a questo patriottiche farneticazioni viene da una vecchia, ma lucidissima signora, che ha vissuto sulla propria pelle la tragedia del nazifascismo, nei campi di concentramento, voluti e creati dai rinnegati avi della allucinata “sorella d’Italia”: Liliana Segre.
“Italia in pericolo, vado a Roma per votare la fiducia a Conte, per senso del dovere e indignazione civile. Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile.
Questa crisi politica improvvisa l'ho trovata del tutto incomprensibile. All'inizio pensavo di essere io che, con la mia profonda ingenuità di persona lontana dalle logiche partitiche, non riuscivo a penetrare il mistero. Poi però ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all'estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati'. Confesso che il sentimento prevalente che mi muove è proprio quello dell'indignazione. Non riesco ad accettare che in un tempo così difficile, in cui milioni di italiani stanno facendo enormi sacrifici e guardano con angoscia al futuro, vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a quello che Guicciardini chiamava il “particulare”.
Questa è una donna, questa è una grande, questa è una patriota.
L’altra, comunque vada stasera al Senato, resta un esilarante fenomeno da baraccone o da mercato, che vende illusioni e abbaia alla luna per farsi notare.
19 gennaio 2021 (Alfredo Laurano)
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