Partecipazione, emulazione, gioco solitario, voglia di esserci e contare: non importa la motivazione, è comunque un bel segnale, un bel gesto di sensibilità e coscienza, anche nei confronti di altri giovanissimi.
Nel piccolo paese di Stornarella, poco più di 5 mila abitanti in provincia di Foggia, gli scioperi per il clima di pochi giorni fa hanno il volto pulito e gli occhi sinceri di un ragazzino di 12 anni, sceso in piazza a manifestare da solo.
Potito - questo il suo nome - voleva far sentire la sua voce. Lanciare il suo messaggio. Poco importa che accanto a lui non ci fosse nessuno. L’importante era il principio.
Fridays for Future, “Non possiamo avvelenare la nostra terra”: Il piccolo manifestante – una specie di Greta al maschile, un suo strenuo seguace, chiaramente influenzato e turbato dalle iniziative della giovane ambientalista svedese - ha disegnato un cartellone con una mano tesa che regge una torta farcita di plastica, sotto lo slogan: “I keep on eye on you” (Ti tengo d’occhio) e se l’è messo accanto.
“Noi siamo figli di questa terra e con il nostro comportamento la stiamo avvelenando e non può esistere che un figlio avveleni sua madre”, così ha risposto al governatore Emiliano.
Quel sit-in solitario, che ha evidentemente ricalcato le prime proteste di Greta Thunberg, è riuscito a catturare l’attenzione dei media e dare un piccolissimo contributo a una battaglia difficile e globale.
“Non è la prima volta che Potito si rende protagonista di queste iniziative – spiega il sindaco del paese – L’ho sempre visto come un bambino sensibile e capace di comunicare con la maturità che molto spesso neanche gli adulti hanno”
(Alfredo Laurano)
(Alfredo Laurano)
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